L’olimpiade (Jommelli), libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1774

 SCENA II
 
 ALCANDRO e detti
 
 ALCANDRO
 Oh sacrilego! Oh insano!
935Oh scellerato ardir!
 ARISTEA
                                      Vi sono ancora
 nuovi disastri, Alcandro?
 ALCANDRO
                                                In questo istante
 rinasce il padre tuo.
 ARISTEA
 Perché?
 ALCANDRO
                  Già sai che per costume antico
 questo festivo dì con un solenne
940sacrificio si chiude. Or mentre al tempio
 venia fra' suoi custodi
 la sacra pompa a celebrar Clistene,
 perché non so né da qual parte uscito
 Licida impetuoso
945ci attraversa il cammin. Urta; roverscia
 i sorpresi custodi. Al re s'avventa:
 «Mori» grida, fremendo, e gli alza in fronte
 il sacrilego ferro.
 ARISTEA
                                  Oh dio!
 ALCANDRO
                                                   Non cangia
 il re sito, o color. Severo il guardo
950gli ferma in faccia; e in grave suon gli dice:
 «Temerario! Che fai!» Vedi se 'l cielo
 veglia in cura de' re. Gela a que'detti
 il giovane feroce. Il braccio in alto
 sospende a mezzo il colpo; il regio aspetto
955attonito rimira; impallidisce;
 incomincia a tremar; gli cade il ferro;
 e dal ciglio, che tanto
 minaccioso parea, prorompe in pianto.
 ARISTEA
 Respiro.
 ARGENE
                   Oh folle!
 AMINTA
                                     Oh sconsigliato!
 ARISTEA
                                                                    Ed ora
960il genitor che fa?
 ALCANDRO
                                  Di lacci avvolto
 ha il colpevole innanzi.
 AMINTA
                                            (Ah si procuri
 di salvar l'infelice). (Parte)
 MEGACLE
 E Licida che dice?
 ALCANDRO
                                    Alle richieste
 nulla risponde. È reo di morte e pare
965che nol sappia, o nol curi. Ognor piangendo
 il suo Megacle chiama; a tutti il chiede,
 lo vuol da tutti; e fra' suoi labbri, come
 altro non sappia dir, sempre ha quel nome.
 MEGACLE
 Più resister non posso. Al caro amico
970per pietà chi mi guida?
 ARISTEA
                                              Incauto! E quale
 sarebbe il tuo disegno? Il genitore
 sa che tu l'ingannasti;
 sa che Megacle sei. Perdi te stesso
 presentandoti al re, non salvi altrui.
 MEGACLE
975Col mio principe insieme
 almen mi perderò. (In atto di partire)
 ARISTEA
                                      Senti. E non stimi
 consiglio assai miglior che 'l padre offeso
 vada a placargli io stessa?
 MEGACLE
                                                 Ah! che di tanto
 lusingarmi non so.
 ARISTEA
                                     Sì. Questo ancora
980per te si faccia.
 MEGACLE
                               Oh generosa, oh grande,
 oh pietosa Aristea! Ben lo diss'io,
 quando pria ti mirai, che tu non eri
 cosa mortal. Va', mio conforto...
 ARISTEA
                                                           Ah basta;
 non fa d'uopo di tanto.
985Un sol de' sguardi tuoi
 mi costringe a voler ciò che tu vuoi.
 
    Caro, son tua così
 che per virtù d'amor
 i moti del tuo cor
990risento anch'io.
 
    Mi dolgo al tuo dolor;
 gioisco al tuo gioir;
 ed ogni tuo desir
 diventa il mio. (Parte)