L’olimpiade (Pergolesi), libretto, Roma, 1735

770di morir per l’amata;
 non v’è alcun che sia fido ad un’ingrata.
 Non vedrete chi voglia
 nella tasca portar ampolle o astucci
 con balsami o ingredienti,
775utili delle donne ai svenimenti.
 BUONAFEDE
 Ma, se svien una donna,
 come la soccorrete?
 ERNESTO
                                      Accostumiamo
 una corda portare e quando fanno
 tali caricature
780le facciam rinvenir con battiture.
 BUONAFEDE
 Questo per vero dire
 è un perfetto elisire.
 ERNESTO
 È un elisir che giova;
 e credetelo a me che il so per prova.
 
785   A quelle luci amate
 presenterà fra poco
 l’ardor del suo bel foco
 il fido adorator.
 
    E fida a quel sembiante
790sarà quest’alma mia
 accesa sol d’amor.
 
 SCENA VII
 
 BONAFEDE solo e varie persone di dentro che formano l’eco
 
 BUONAFEDE
 Io resto stupefatto.
 Questo è un mondo assai bello, assai ben fatto.
 Cantan sì ben gli augelli;
795suonano gli arboscelli;
 ognun balla, ognun gode;
 ognun vive giocondo;
 oh che mondo felice! Oh che bel mondo!
 Me lo voglio goder. Vuo’ andar girando
800per questa ch’esser credo
 la principal città.
 Non so s’abbia d’andar di là o di qua. (L’eco risponde da varie parti)
 ECO
 Di qua, di qua, di qua.
 BUONAFEDE
 Oh questa sì che è bella!
805Ognuno a sé mi appella
 e mi sento chiamar di qui e di là.
 ECO
 Di là, di là, di là.
 BUONAFEDE
 E siam sempre da capo.
 Vorrei venire e non vorrei venire;
810sono fra il sì ed il no.
 ECO
 No, no, no, no, no, no.
 BUONAFEDE
 No di qua, no di là.
 Dunque resterò qui
 sempre fermo così.
 ECO
815Sì, sì, sì, sì, sì.
 BUONAFEDE
 Ah ah v’ho conosciuto
 signor eco garbato.
 Oh che piacer giocondo!
 Oh che spasso, oh che spasso! Oh che bel mondo!
 
820   Che mondo amabile,
 che impareggiabile
 felicità.
 
    Gl’alberi suonano,
 gl’augelli cantano,
825le ninfe ballano,
 gl’echi rispondono,
 tutto è godibile,
 tutto è beltà.
 
    Che mondo amabile,
830che impareggiabile
 felicità. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 ECCLITICO e LISETTA condotta da due con gl’occhi bendati
 
 LISETTA
 Dove mi conducete;
 siete sbirri, sicari o ladri siete?
 ECCLITICO
 Levategli la benda,
835or che la fortunata
 a questo nostro mondo è già arrivata. (Gli levano la benda)
 LISETTA
 Ohimè, respiro un poco.
 ECCLITICO
 Bella ragazza, io gioco
 che dove adesso siate
840voi non v’immaginate.
 LISETTA
                                            E che volete,
 caro signor Ecclitico, ch’io sappia?
 Dormivo ancor nel letto
 allorché son venuti
 quei marioli cornuti,
845m’hanno bendati gl’occhi,
 m’hanno condotta via
 e adesso non so dir dove mi sia.
 ECCLITICO
 Lisetta, avete avuta la fortuna
 d’esser passata al mondo della luna.
 LISETTA
850Ah ah mi fate ridere;
 non sono una bambina
 da credere a sì fatte scioccherie.
 ECCLITICO
 Delle parole mie
 voi la pruova vedrete
855quando sposa sarete
 del nostro imperatore
 che pel vostro bel viso arde d’amore.
 LISETTA
 La favola va lunga.
 Il padrone dov’è?
 ECCLITICO
                                   Morto si finse.
860Ma nel mondo lunar egli è passato.
 E anch’io doppo di lui sono arrivato.
 LISETTA
 Caro signor Ecclitico
 non mi fate adirar. Per qual cagione,
 ditemi, uscir di casa mi faceste?
 ECCLITICO
865Di casa uscir credeste;
 ma dal balcon passata
 foste qui da una nuvola portata.
 LISETTA
 Orsù tali pazzie soffrir non voglio.
 Vuo’ saper dove tende quest’imbroglio.
 ECCLITICO
870Ecco il vostro padrone,
 domandatelo a lui che lo saprà.
 Io vado a ritrovar sua maestà. (Parte)
 
 SCENA IX
 
 LISETTA, poi BONAFEDE
 
 LISETTA
 Quello è il padrone? È lui.
 Non capisco la sua caricatura.
875Oh che moda graziosa! Oh che figura!
 BUONAFEDE
 Lisetta, oh benvenuta.
 Tu ancor sei qui con noi?
 Fortunata davver chiamar ti puoi.
 LISETTA
 Ma dove siam?
 BUONAFEDE
                               Nel mondo della luna.
 LISETTA
880Mi volete ingannar.
 BUONAFEDE
                                       No te lo giuro.
 Questo è il mondo lunar, te l’assicuro.
 LISETTA
 Adunque sarà vero
 che una nuvola qui m’avrà portata.
 BUONAFEDE
 Sei stata fortunata.
885Perch’io ti porto amore,
 sei venuta a goder sì grande onore.
 LISETTA
 Ma qui che far dovrò?
 BUONAFEDE
 Quello che devi far t’insegnerò.
 Tu devi voler bene al tuo padrone.
 LISETTA
890E non altro?
 BUONAFEDE
                          Tu devi
 fargli qualche carezza.
 LISETTA
 Lo sapete signor, non sono avvezza.
 BUONAFEDE
 Credi forse che qui
 si faccian le carezze
895colla malizia che si fan da noi?
 Qui ognuno si vuol ben con innocenza.
 E sbandita è quassù la maldicenza.
 LISETTA
 Oh se fosse così, saria pur bello
 questo mondo lunar!
 BUONAFEDE
                                         Credilo, è tale.
900Qui ognun si vol ben senza far male.
 LISETTA