L’olimpiade (Pergolesi), libretto, Roma, 1735

 Ecco già preparato
1095per la pompa real l’alto apparato. (L’orchestra suona il ritornello del quartetto e intanto Cecco fa l’incoronazione di Lisetta, poi scendono dal trono)
 CECCO
 
    Mia principessa,
 mia monarchessa
 tutto vi dono lo scettro ed il cor.
 
 LISETTA
 
 Grazie vi rendo del vostro favor.
 
 ECCLITICO
 
1100   Di cuor mi consolo
 con vostra maestà.
 
 LISETTA
 
    Vi sono obbligata
 di tanta bontà.
 
 BUONAFEDE
 
    Anch’io mi rallegro
1105signora maestà.
 
 LISETTA
 
    Vi sono obbligata
 di tanta bontà.
 
 ECCLITICO
 
    Deh lasci che almeno... (Gli vogliono baciar la mano)
 
 BUONAFEDE
 
 Mi dia permissione...
 
 LISETTA
 
1110Prendete, tenete, (Dà loro la mano)
 son tutta bontà.
 
 BUONAFEDE, ECCLITICO, CECCO
 
    Evviva mill’anni
 la vostra maestà.
 
 CECCO
 
    Cara v’abbraccio.
 
 LISETTA
 
1115Senza malizia. (Abbraccia Cecco)
 
 BUONAFEDE
 
 Ed a me niente?
 
 LISETTA
 
 Senza malizia. (Abbraccia Buonafede)
 
 ECCLITICO
 
 Sono innocente.
 
 LISETTA
 
 Senza malizia. (Abbraccia Ecclitico)
 
 TUTTI
 
1120Oh che bel mondo!
 Bella innocenza!
 Viver giocondo!
 Caro piacer!
 
 CECCO
 
    Sposa diletta.
 
 LISETTA
 
1125Caro mio sposo.
 
 TUTTI
 
    Senza malizia,
 senza tristizia
 sempre amerò.
 
    Bello è l’amare
1130senza bramare
 quello che avere
 già non si può.
 
    Senza malizia,
 senza tristizia
1135sempre amerò.
 
 Fine dell’atto secondo
 
 
 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera in casa di Ecclitico con tre sedie.
 
 LISETTA con paggi
 
 LISETTA
 Olà paggi, staffieri,
 camerieri, braccieri,
 datemi da sedere. Arricordatevi
 ch’io son la monarchessa.
1140Vogl’essere obbedita e rispettata
 e se farete ben, vi sarò grata.
 Sopra tutto avvertite
 di nulla riportarmi
 di quel che fa il mio sposo.
1145E nulla a lui mai riportar di me,
 mentre ognuno di noi pensa per sé.
 Avete a dormir poco;
 avete a mangiar freddo
 e nell’ore dell’ozio
1150vuo’ che all’astrologia tutti studiate,
 acciò saper possiate
 quello che far vi tocca,
 senza che a comandarvi apra la bocca.
 Se qualchedun sospira
1155per le bellezze mie, ditelo in modo
 di non farmi arrossir. Se la fortuna
 aiutar vi vorrà con delle mancie,
 un occhio serrerò
 né la vostra fortuna impedirò.
1160Ma che vedo! Son qui le mie padrone.
 Che padrone? Son io la maestà;
 mi metterò in contegno e gravità.
 
 SCENA II
 
 FLAMINIA, CLARICE e detta
 
 FLAMINIA
 (Divertiamoci un poco).
 CLARICE
                                               (È tanto sciocca
 che il sognato piacer si gode in pace).
 FLAMINIA
1165(Facilmente si crede a quel che piace).
 LISETTA
 (Che dicono? Che fanno?
 All’uso feminil mormoreranno).
 FLAMINIA
 Signora mi consolo
 della vostra fortuna.
 LISETTA
                                       Vi ringrazio.
 CLARICE
1170Me ne consolo anch’io,
 viva vostra maestà.
 LISETTA
                                      Ragazze, addio.
 FLAMINIA
 Si ricorda, signora,
 quand’era nostra serva?
 LISETTA
                                               State zitta.
 Del nostro primo mondo mi scordai,
1175come se non ci fossi stata mai.
 CLARICE
 Quest’è l’uso comune;
 chi sorte ha migliorato
 non si ricorda più del primo stato.
 LISETTA
 Come vi piace il mondo della luna?
 FLAMINIA
1180È bello, è bello assai.
 LISETTA
                                        Sediamo un poco.