L’olimpiade (Pergolesi), libretto, Venezia, Rossetti, 1738

 Io fo la parte mia
 con finta astrologia,
15ingannando egualmente i sciocchi e i dotti,
 che un bravo cacciator trova i merlotti.
 Eccone uno; ecco quel buon cervello
 del signor Bonafede.
 Da lui che tutto crede,
20con una machinetta,
 inventata dal mio sottile ingegno,
 far un colpo galante ora m’impegno.
 
 SCENA II
 
 BUONAFEDE e detto
 
 BUONAFEDE
 Si puol entrar?
 ECCLITICO
                               Sì. Venga, mi fa grazia.
 BUONAFEDE
 Servo, signor Ecclitico;
25in che cosa si sta lei divertendo?
 ECCLITICO
 Nella speculazion di varie stelle
 stav’or considerando
 l’analogia che unisce
 alle fisse l’erranti,
30al capo di Medusa il Can celeste,
 al cuore del Leon la Spiga d’oro
 ed all’Orsa maggior l’occhio del Torro.
 BUONAFEDE
 Oh bellissime cose!
 Anch’io d’astrologia son dilettante
35ma quel che mi dà pena
 è il non saper trovar dottrina alcuna
 che mi sappia spiegar cos’è la luna.
 ECCLITICO
 La luna è un corpo diafano
 che dai raggi del sol è illuminato;
40ma in quel bel corpo luminoso e tondo
 che credete vi sia? V’è un altro mondo.
 BUONAFEDE
 Oh che cosa mi dite?
 Colà v’è un altro mondo?
 Ma cosa son quei segni
45che si vedon nel corpo della luna?
 So che un giorno mia nonna,
 la qual non era sciocca,
 mi disse ch’ella avea gli occhi e la bocca.
 ECCLITICO
 Scioccherie, scioccherie. Le macchie oscure
50son del mondo lunar colline e monti.
 BUONAFEDE
 Oh che bel mondo! Ma ditemi, amico,
 come siete arrivato
 a scoprir cosa tale?
 ECCLITICO
 Ho fatto un canocchiale
55che arriva a penetrar cotanto in dentro
 che veder fa la superficie e il centro.
 Individua non solo
 i regni e le provincie