L’olimpiade (Pergolesi), libretto, Venezia, Rossetti, 1738

 SCENA V
 
 AMINTA solo
 
 AMINTA
 "Insana gioventù, qualora esposta
 "ti veggo tanto agl'impeti d'amore,
 "di mia vecchiezza io mi consolo e rido.
 Dolce è il mirar dal lido
605chi sta per naufragar. Non che ne alletti
 il danno altrui, ma sol perché l'aspetto
 d'un mal che non si soffre è dolce oggetto.
 "Ma che? L'età canuta
 "non ha le sue tempeste? Ah che purtroppo
610"ha le sue proprie, e dal timor dell'altre
 "sciolta non è." Son le follie diverse,
 ma folle è ognuno; e a suo piacer ne aggira
 l'odio o l'amor, la cupidigia o l'ira.
 
    Qual vinto è d'amore,
615qual tutto è fierezza,
 chi cerca l'onore,
 chi è pien di viltà.
 
    In noi qual nochiero
 ragion sta vegliando,
620ma l'animo altero
 frenarsi non sa.