L’olimpiade (Pergolesi), libretto, Venezia, Rossetti, 1738

 BUONAFEDE
 Oh che ninfe gentili! Oh che fortuna!
 Oh benedetto il mondo della luna.
600Ma sa l’imperatore
 ch’io qui son arrivato?
 ECCLITICO
 È di tutto informato.
 BUONAFEDE
 Andiamlo a ritrovar.
 ECCLITICO
                                        Non è permesso
 con quell’abito andar innanzi a lui,
605s’egli non ve ne manda uno de’ sui.
 Ma ecco i cavalieri
 con i paggi e i staffieri. Il gran monarca
 vi manda da vestire.
 BUONAFEDE
                                        Oh che bel mondo!
 
 SCENA III
 
 Cavalieri con paggi e staffieri, che portano abiti da travestire Buonafede, e detti. Intanto che i paggi levano le vesti sue a Buonafede e lo vestono con gli abiti capricciosi, si sente una marcia e poi partono
 
 BUONAFEDE
 Come avrò a contenermi?
610Quante gran riverenze avrò da fare?
 ECCLITICO
 Il nostro buon monarca
 non vuol adulatori. Egli è un signore
 ch’è tagliato alla buona e di buon core.
 BUONAFEDE
 E la mia cameriera e le mie figlie
615non verranno con noi?
 ECCLITICO
 Sì sì, verranno poi;
 anzi le nostre donne
 han ius particolare a questo impero,
 perché va colla luna il lor pensiero.
 
620   Voi lo sapete
 come son fatte.
 Ora vezzose,
 tutte amorose.
 Ora ostinate,
625fiere, arrabiate.
 Che? Non è vero?
 Sono lunatiche,
 oh signorsì.
 
    Mutan figura,
630mutan pensiere;
 son per natura
 poco sincere.
 Certo credetemi
 che l’è così.
 
 SCENA IV
 
 BUONAFEDE solo
 
 BUONAFEDE
635Parmi che dica il vero; anzi Lisetta
 ora è meco amorosa, or sdegnosetta
 ma, s’ella qui verrà,
 forse si cangierà. Ben mi ricordo
 del bellissimo caso
640della donna menata per il naso.
 
 SCENA V
 
 Si cala il ponte levatore e vedesi in fondo della scena un carro trionfale, tirato da uomini bizzaramente vestiti con sopra il carro CECCO vestito da imperadore e a’ piedi del medesimo ERNESTO vestito all’eroica con una stella in fronte. BUONAFEDE osserva con meraviglia. A suono di sinfonia si avvanza il carro e giunto alla metà della scena lo fermano; Ernesto scende ed aiuta a scendere Cecco con affettata sommissione
 
 BUONAFEDE
 Umilmente m’inchino
 a vostra maestà.
 CECCO
                                 Chi siete voi
 che indrizza i suoi saluti
 alla maestà nostra e non a noi?
 BUONAFEDE
645Perdoni, io fo all’usanza
 del mondo sublunar, dove son nato.
 CECCO
 Sì sì, son informato
 che là nel vostro mondo
 trionfa l’albagia
650né di titoli mai v’è carestia.
 BUONAFEDE
 Dice ben... Ma che vedo!
 Quivi il signor Ernesto?
 ERNESTO
                                              V’ingannate.
 Io stella sono ed Espero m’appello.
 BUONAFEDE
 Io non so che mi dir; voi tutto Ernesto
655certo rassomigliate.
 CECCO
 Non vi meravigliate,
 che nella nostra corte abbiamo noi
 un buffon che somiglia tutto a voi.
 BUONAFEDE
 Grazie a vostra bontà del paragone
660ma io per dirla a lei non son buffone.
 CECCO
 E pur nel vostro mondo
 chi sa far il buffon è fortunato.
 BUONAFEDE
 Cappari! Egl’è informato.
 CECCO
                                                 Or, che vi pare?
 Vi piace il nostro mondo?
 BUONAFEDE
                                                 In fede mia
665a chi un mondo sì bel non piaceria?
 Ma per esser contento
 una grazia, signor, ancor vi chiedo.
 CECCO
 Chiedete pur, che tutto io vi concedo.
 BUONAFEDE
 Ho due figlie e una serva.
670Vorrei...
 CECCO
                   Già v’ho capito,
 le vorreste con voi.
 Andrà, per consolarle,
 una stella cometa ad invitarle.
 BUONAFEDE
 Ma le stelle comete
675portan cattivo augurio.
 CECCO
                                            Oh gente pazza
 del mondo sublunar! Poiché le stelle
 conoscer pretendete
 e voi stessi laggiù non conoscete.