Il prigionier superbo, libretto, Napoli, 1733

 un po’ di confidenza,
1145convien sempre temer qualche insolenza.
 E poi e poi l’invidia
 è il vizio che a costoro il cor martella.
 Or di questa, or di quella
 si mormora da loro a più non posso
1150e si taglian agli altri i panni adosso.
 
    Quando si trovano
 le basse femmine,
 dicono, parlano
 sempre così.
 
1155   «Ehi non sapete?
 Nina l’ha fatta».
 «Che cosa dite?»
 «Lilla fuggì».
 
    Le basse femmine
1160sono così.
 
    Ma di quel numero
 io non vogl’essere.
 Son fatta nobile
 e il basso spirito
1165da me svanì.
 
 SCENA V
 
 Sala in casa di Ecclitico con picciolo tempio in prospetto illuminato, colla statua di Diana e trono da un lato.
 
 ECCLITICO, BUONAFEDE, CECCO da sovrano, ERNESTO e seguito di cavalieri e servi
 
 CECCO
 Uomo sublunare,
 in questo nostro mondo
 le figlie, quando sono da marito,
 si maritano tosto e non si aspetta,
1170come talor nel vostro mondo usate,
 che le femine sian quasi invecchiate.
 BUONAFEDE
 Eh signor, le mie figlie
 son pure ed innocenti.
 CECCO
                                            E pur si dice
 che le femine vostre
1175nascon laggiù colla malizia in corpo.
 BUONAFEDE
 Ma Flaminia non sa, non sa Clarice
 distinguer dalla rapa la radice.
 CECCO
 Orsù, se queste figlie
 hanno da star quassù,
1180maritarle conviene,
 altrimenti così non stanno bene.
 
 SCENA ULTIMA
 
 Tutti
 
 LISETTA
 Brave, brave, ragazze, mi piacete.
 Se voi mi servirete,
 la mancia vi darò
1185e quanto prima vi mariterò.
 CECCO
 Sposa, venite in trono,
 se vostro sposo io sono,
 vuo’ che siam promotori e testimoni