Il prigionier superbo, libretto, Napoli, 1733

 SCENA V
 
 Tempio illuminato con simulacro ed ara in mezzo sovra di cui arderà la fiamma nuzziale che poi si spegne e s’oscura il tempio.
 
 METALCE ed ERICLEA
 
 METALCE
 Adunque, Viridate,
860offeso che Rosmene
 a lui segnò la morte,
 vuol della Dania al soglio
 volger il piede?
 ERICLEA
                               E Sostrate,
 purché mentre egli viva
865a lui si ceda di Norveggia il trono
 a te concede la sua figlia in dono.
 METALCE
 E tu v'assenti?
 ERICLEA
                              Pure,
 che tu al gotico ciel volga le piante,
 ad altra sposa e amante
870porgi la man, ch'io son contenta.
 METALCE
                                                             Or vanne,
 questi è il reale impronto.
 Dal carcere sian tratti i prigionieri,
 e a me Sostrate venga: i passi affretta.
 ERICLEA
 Vado. (Vedrai qual sia la mia vendetta).
 
875   Vedi, ingrato, e pensa oh Dio
 che il mio cor nel suo tormento
 pensa solo al tuo contento,
 pensa solo al tuo gioir.
 
    Ma nel sen dell'idol mio
880tant'amore e fedeltade
 non risveglia la pietade
 dell'ingiusto mio languir.