Il prigionier superbo, libretto, Napoli, 1733

 SCENA VII
 
 MICISDA e detti
 
 MICISDA
935Signor, sdegnato
 contro te il popol tutto,
 quasi fiamma vorace
 le tue schiere divora;
 e ognuno grida: «Il fier Metalce mora».
 METALCE
940Ah! tradito son io.
 ROSMENE
 (Oh giusti, eterni dei!)
 METALCE
                                             Micisda, vanne;
 te duce di mie schiere eleggo: io voglio
 de' ribelli felloni
 oggi punire il contumace orgoglio.
 MICISDA
945È mia gloria il servirti.
 Vado a volo signor (ma per tradirti).
 METALCE
 Crudo ciel! numi ingiusti! e tu trionfa,
 esulta pur, spietata,
 in vedermi tradir. (Si va oscurando il tempio e si sentono tuoni e lampi)
 ROSMENE
                                     Del ciel severo
950guarda, infame, il castigo
 degli enormi tuoi falli!
 METALCE
                                            (Ah! troppo è vero!)
 Quale orror! qual spavento! In cielo scritto
 par che legga il mio scempio!
 Scempio dovuto al mio crudel delitto!
 
955   Trema il cor, s'oscura il ciglio,
 manca il piè, mi veggo intorno
 il terror del mio periglio.
 Dove fuggo?
 Ciel nemico, infausto giorno,
960sì la vita io perderò.
 
    Il morir non mi spaventa,
 e pur temo e in sen mi sento
 un insolito tormento
 ch'io l'intendo, e dir nol so.