Il prigionier superbo, partitura ms. I-Nc Rari 7.6.7-8; olim 30.4.14-15

 SCENA VIII
 
 METALCE e ROSMENE che piange
 
 METALCE
620Ecco appunto Rosmene:
 a quel core di smalto
 porti schernito amor l'ultimo assalto.
 Principessa!
 ROSMENE
                          Tiranno.
 METALCE
 Pende su la cervice
625di Viridate e Sostrate il più fiero
 fulmine del mio sdegno: or qui risolvi.
 Tergi quel pianto, che ogni indugio è vano.
 Brami tu la lor morte o la mia mano?
 ROSMENE
 (Ahi! rio fatal momento!)
630Io non ricompro un padre, ed uno sposo,
 a prezzo di viltà, di tradimento.
 METALCE
 Ite dunque o ministri,
 svelgansi a Viridate
 gl'occhi superbi onde Rosmene accese
635questa vorace fiamma.
 A Sostrate si strappi
 l'altera lingua, onde il comando uscio
 di quest'odio protervo.
 ROSMENE
 Ah! fermate. Spietato, ascolta i voti
640delle lagrime mie. Ne' petti augusti
 rispetta quel carattere sublime,
 che pien d'onor la tua gran alma adorna.
 Tel chiede questo amato
 sangue delle mie vene.
 METALCE
645Nel pianto tuo, Rosmene,
 qualche parte s'estingua
 dell'ira mia: la mia vendetta adempia
 una vittima sola: or tu la scegli.
 E qual d'essi recar la rea cervice
650debba su l'ara atroce,
 su quel foglio fatal tu stessa scrivi.
 ROSMENE
 (Orribile pietà!) la destra infausta
 pria mi tronca, o crudel.
 METALCE
                                               Se ciò ricusi,
 mi caderanno al piede ambo svenati.
 ROSMENE
655Svenali sì crudel; ma in questo core
 in cui furono impressi
 dalla natura l'un, l'altro d'Amore.
 METALCE
 Olà! si tarda ancora? Itene o fidi,
 trucidate i felloni, e qui recate
660d'ambi il cor palpitante e semivivo.
 Itene a volo.
 ROSMENE
                          Ah ferma, ch'io scrivo.
 Mora... ma chi? tolgan gli dei che imprima
 al genitore fatali
 portentosi caratteri di figlia.
665Mora dunque... chi mai? l'idolo mio?
 Ah prima inaridisci,
 funesta man! Se v'è clemenza in cielo
 perché non cade un fulmine, e risolve
 la reggia in fumo, e lo spietato in polve?
 METALCE
670Questi inutili sdegni
 affrettan la lor morte.
 ROSMENE
 Ecco... (barbara sorte!)
 Già segno di caratteri funesti
 l'orribil foglio... Ah fiera man che tenti?
675deh! Metalce, pietà.
 METALCE
                                       Chi altrui la niega
 ottenerla non speri.
 ROSMENE
 Strappami prima il cor.
 METALCE
                                              Vo' che il dolore
 questo ufficio m'usurpi.
 ROSMENE
 Ah carnefice ingiusto!
680Sì scriverò, ma tingerò col sangue
 dell'Idre, o nelle spume
 di Cerbero crudel la penna infame.
 Sì scriverò, ma recherò quel foglio
 tutta furor di Radamante al trono,
685per chiamar contro te l'inferno in lega,
 lo spiegherò in vessillo
 di vendetta alle furie. Ebra, baccante
 irriterò per lacerarti il core
 quanti mostri ha Cocito, e il peggior d'essi
690ch'è l'insano dolor, che mi divora.
 Scrivo, tiranno: «Viridate mora».
 METALCE
 Mora il rivale, e di cotanto orgoglio
 donerò il mio trionfo a questo foglio.