Il prigionier superbo, partitura ms. I-Nc Rari 7.6.9; olim 34.6.23

 che indrizza i suoi saluti
 alla maestà nostra e non a noi?
 BUONAFEDE
 Perdoni; io fo all’usanza
 del mondo sullunar dove son nato.
 CECCO
690Delle vostre pazzie sono informato.
 BUONAFEDE
 Dite ben; ma che vedo!
 Quivi il signor Ernesto?
 ERNESTO
                                              V’ingannate.
 Io stella sono ed Espero mi chiamo.
 BUONAFEDE
 Io non so che mi dire.
 ERNESTO
                                           Or che vi pare?
695Vi piace il nostro mondo?
 BUONAFEDE
                                                 In fede mia,
 a chi un mondo sì bel non piaceria?
 Ma per esser contento
 una grazia, signor, ancor vi chiedo.
 CECCO
 Chiedete pur, che tutto vi concedo.
 BUONAFEDE
700Ho due figlie...
 CECCO
                              V’ho inteso,
 io le farò venir ma con un patto,
 che vo’ senza recarvi dispiacere
 maritarle tra noi a mio piacere.
 BUONAFEDE
 Signora maestà, lei mi fa onore
705e degno non sono io di tal favore.
 LISETTA
 Signor imperatore, io vi scongiuro
 invece di due spose a farne tre,
 e di aggiungere in terzo ancora me.
 BUONAFEDE
 Come! Che dici?
 CECCO
                                  Zitto;
710accostatevi un po’, bella ragazza,
 e con me favellate.
 Or ditemi un pochino...
 (Lisetta, sarai mia).
 LISETTA
 (Mi par mille anni, credilo, Cecchino).
 BUONAFEDE
715(Io non vorrei che il nostro imperatore
 mi facesse l’onore
 di rapirmi Lisetta).
 CECCO
 Eclittico, sentite.