Li prodigi della divina grazia, partitura ms. F-Pn (San Guglielmo d’Aquitania)

 ANGELO
 Ah Guglielmo, Guglielmo, odi la voce
 del pietoso Signor, che a sé ti chiama,
 che t'invita all'ovile, e suo ti brama.
 
    Dove mai raminga vai
90per i boschi orrendi e foschi,
 lungi errando, o bella agnella,
 dal tuo tenero pastor!
 
    Torna al fonte, al pasco usato,
 pria ch'avventi il morso irato
95l'empio lupo ingannator.
 
 DEMONIO
 E trionfar pretendi?
 ANGELO
 Tentator disperato,
 di tue vane lusinghe andrai fallito.
 DEMONIO
 A promover vittorie esco agguerrito.
 ANGELO
100E vinto, e debellato,
 quando sogni trionfi, allor ti vedi.
 DEMONIO
 Pur non manca l'ardir.
 ANGELO
                                            Sempre poi cedi.
 DEMONIO
 Or non mi proverai così codardo:
 spero la palma.
 ANGELO
                               Il tuo sperare è tardo.
 DEMONIO
105No, non m'atterrisco al lampo
 d'un feroce ardimento.
 Proveremo al cimento
 chi di noi fia poi vincitor nel campo.
 In mie mani è la preda, e ben avvinta
110in dure indissolubili catene,
 e resterà, prima che sciolta, estinta.
 Vedrai, o ciel, nella feral battaglia
 l'odio crudel, il furor mio che vaglia.
 
    A fondar le mie grandezze,
115basterà, ch'io sogni altezze.
 Se poi cado, io sorgerò.
 
    Basta sol per farmi altero
 quel magnanimo pensiero,
 ch'odio l'uomo, e l'odierò.
 
 ANGELO
120Vanne; fuggi del pianto
 agli orridi soggiorni.
 DEMONIO
 Allor che avrò della vittoria il vanto,
 l'ombre d'averno ad abitar si torni.
 Di Guglielmo sul core
125vanto l'impero io solo:
 perché dal laccio mio
 ei non spieghi per te libero il volo,
 già la mia mente un nuovo inganno ordio.
 ANGELO
 Io vincerò, tu fremerai confuso.
 DEMONIO
130Non lo sperar; tu resterai deluso.
 ANGELO
 
    Abbassa l'orgoglio,
 o spirto superbo:
 l'impero ch'io serbo
 impara a temer.
 
135   Contender non voglio:
 conosco l'inganno:
 d'audace condanno
 tuo folle pensier.