Li prodigi della divina grazia, partitura ms. F-Pn (San Guglielmo d’Aquitania)

 SCENA IX
 
 BUONAFEDE, poi LISETTA
 
 BUONAFEDE
 Se mandarla potessi
 nel mondo della luna, avrei speranza
 castigata veder la sua baldanza.
 LISETTA
395Serva, signor padrone.
 BUONAFEDE
                                            Addio, Lisetta.
 LISETTA
 Vuol cenare?
 BUONAFEDE
                           È anco presto, aspetta un poco.
 LISETTA
 Ho posta già la panatella al foco.
 BUONAFEDE
 Brava, brava; Lisetta, oh se sapessi
 le belle cose che ho vedute!
 LISETTA
                                                    E cosa
400ha veduto di bello?
 BUONAFEDE
 Ho avuto la fortuna
 di mirar dentro al tondo della luna.
 LISETTA
 (Ecco la sua pazzia).
 BUONAFEDE
                                        Senti, può darsi...
 Sai che ti voglio ben. Può darsi ancora,
405se tu mi sei fedel, se non ricusi
 di darmi un po’ d’aiuto,
 ch’io ti faccia veder quel che ho veduto.
 LISETTA
 Sapete pur ch’io sono
 vostra serva fedele e se mi lice
410vostra tenera amante
 (invaghita però sol del contante).
 BUONAFEDE
 Quand’è così, mia cara,
 della ventura mia ti voglio a parte.
 Vedrai d’un uomo l’arte
415quanto può, quanto vale;
 le prodezze vedrai d’un cannocchiale.
 LISETTA
 Vorrei che un cannocchial si desse al mondo
 con cui vedeste il fondo
 del mio povero cor che sol per voi
420arde d’amore e fede.
 (Egli è pazzo da ver, se me lo crede).
 BUONAFEDE
 Per rimirar là dentro
 in quel tuo cor sincero
 serve di cannocchial il mio pensiero.
425Vedo che mi vuoi bene,
 vedo che tu sei mia.
 LISETTA
 (Ma non vede che questa è una pazzia).
 BUONAFEDE
 Doman ti vo’ menar dal bravo astrologo,
 vedrai quel che si pratica lassù