Li prodigi della divina grazia, partitura ms. GB-Lbl (La converzione di San Guglielmo)

 dal secondo la nera infedeltà.
 BUONAFEDE
820Vossignoria favella
 come appunto parlar deve una stella.
 ERNESTO
 Qui non v’è alcun che dica
 di morir per l’amata,
 non v’è alcun che sia fido ad un’ingrata.
825Non vedrete chi voglia
 nella tasca portar ampolle o astucchi
 con balsami o ingredienti,
 utili delle donne a’ svanimenti.
 BUONAFEDE
 Ma, se sviene una donna,
830come la soccorrete?
 ERNESTO
                                      Accostumiamo
 una corda portare e quando fanno
 tali caricature,
 le facciam rinvenir con battiture.
 BUONAFEDE
 Questo, per vero dire,
835è un perfetto elisire.
 ERNESTO
 È un elisir che giova
 e credetelo a me che il so per prova.
 
    Qualche volta non fa male
 il contrasto ed il rigore.
840Sempre pace, sempre amore
 fa languire anco il piacer.
 
    Quando poi cessa lo sdegno,
 sente il cor maggior diletto,
 più vigor prende l’affetto
845e moltiplica il goder. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 BUONAFEDE solo e varie persone di dentro che formano l’ecco
 
 BUONAFEDE
 Io resto stupefatto,
 questo è un mondo assai bello, assai ben fatto.
 Cantan sì ben gli augelli;
 suonano gli arboscelli;
850ognun balla, ognun gode,
 ognun vive giocondo;
 o che mondo felice, o che bel mondo!
 Me lo voglio goder. Vuo’ andar girando
 per questa ch’esser credo
855la principal città;
 non so s’abbia d’andar di là o di qua. (L’ecco risponde da varie parti)
 ECCO
 Di qua, di qua, di qua.
 BUONAFEDE
 Oh questa sì ch’è bella;
 ognuno a sé mi appella
860e mi sento a chiamar di qua e di là.
 ECCO
 Di là, di là, di là.
 BUONAFEDE
 E siam sempre da capo.
 Vorrei venire e non vorrei venire;
 sono fra il sì ed il no.
 ECCO