Li prodigi della divina grazia, partitura ms. I-CMbc (La conversione di San Guglielmo duca d’Aquitania)

 SAN BERNARDO
 Così dunque si teme
185l'ira d'un Dio vendicator offeso?
 Così poco ti preme
 la tua salvezza, che trascorri, e passi
 a por l'anima, e il ciel sotto i tuoi piedi?
 Chi sì folle t'ha reso?
190Misero, non ti avvedi,
 che nel lezzo ove sei, tu stampi i passi
 ver l'eterna prigione! E già vicina
 scorgo l'irreparabile ruina.
 Mira per te svenato
195su questo tronco un Dio. Con tante lingue
 quante son piaghe, egli favella, e dice:
 Guglielmo, dove sei? Ferma, infelice;
 chi ti creò, tanto t'amò, già langue;
 se tu morto lo vuoi, eccolo esangue.
200E non ti desti ancora? ancor non senti?
 non ti sveglia la tromba
 del final giorno e del tuo reo peccato
 non ti sveglia l'orror? Destati, ingrato.
 
    Come non pensi, ch'un foco eterno
205là si prepara per tuo tormento!
 Come non credi, che sia l'inferno
 stanza infelice d'un peccator!
 
    O tu nol credi, o non vi pensi,
 se ancor non tremi d'alto spavento.
210O non hai fede, o non hai sensi,
 se ancor persisti nel tuo furor.
 
 SAN GUGLIELMO
 Dove, misero, sono?
 Chi d'incognito orrore
 i sensi mi circonda, e copre il core!
 ANGELO
215Tempo è già d'impetrar vita e perdono.
 SAN GUGLIELMO
 Indarno mi difendo, invan resisto.
 SAN BERNARDO
 Corri in braccio al mio Dio, placal se vuoi.
 SAN GUGLIELMO
 Eccomi a' piedi tuoi dolente e tristo.