Il re pastore, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1770

 IL RE PASTORE
 
    Dramma per musica da rappresentarsi nel real teatro di Salvaterra nel carnevale dell’anno 1770.
    In Lisbona, nella Stamperia Reale.
 
 
 ARGOMENTO
 
    Fra le azioni più luminose di Alessandro il Macedone, una fu quella di aver liberato il regno di Sidone dal suo tiranno e poi, invece di ritenerne il dominio, l’aver ristabilito su quel trono l’unico rampollo della legittima stirpe reale che, ignoto a sé medesimo, povera e rustica vita traeva nella vicina campagna (Curtius, liber IV, capitulum 3; Iustinus, liber XI, capitulum 10).
    Come si sia edificato su questo istorico fondamento, si vedrà nel corso del dramma.
    La scena si finge nella campagna, ove è attendato il campo macedone, a vista della città di Sidone.
 
 
 MUTAZIONI DI SCENE
 
    Nell’atto primo: I vasta e amena campagna irrigata dal fiume Bostreno, sparsa di greggi e di pastori, largo, ma rustico ponte sul fiume, innanzi tuguri pastorali, veduta della città di Sidone in lontano. Nella suddetta scena si eseguisce il primo ballo che ha per soggetto Le nozze campestri.
    Nell’atto secondo: II grande e ricco padiglione d’Alessandro da un lato, ruine insalvatichite di antichi edifici dall’altro, campo de’ Greci in lontano, guardie del medesimo in vari luoghi.
    Per il secondo ballo: sassosa grotta ove scorgesi da un lato la fucina di Vulcano. Il soggetto del ballo è Marte nella rete (Metamorfosi d’Ovidio, liber IV).
    Nell’atto terzo: III parte interna di grande e deliziosa grotta formata capricciosamente nel vivo sasso dalla natura, distinta e rivestita in gran parte dal vivace verde delle varie piante, o dall’alto pendenti o serpeggianti all’intorno, e rallegrata da una vena di limpida acqua che scendendo obliquamente fra’ sassi or si nasconde, or si mostra e finalmente si perde; gli spaziosi trafori, che rendono il sito luminoso, scoprono l’aspetto di diverse amene ed ineguali colline in lontano, e in distanza minore di qualche tenda militare, onde si comprenda essere il luogo nelle vicinanze del campo greco; IV parte dello spazio circondato dal gran portico del celebre tempio di Ercole Tirio, dal destro lato, molto innanzi, ricco ed elevato trono con due sedili, sopra de’ quali scettro e corona reale, concorso per tutto di cittadini e pastori.
 
 
 ATTORI
 
 ALESSANDRO re di Macedonia
 (il signor Luigi Torriani)
 AMINTA pastorello amante d’Elisa che ignoto prima anche a sé stesso si scopre poi l’unico legittimo erede del regno di Sidone
 (il signor Carlo Reyna)
 ELISA nobile ninfa di Fenicia dell’antica stirpe di Cadmo, amante di Aminta
 (il signor Giambattista Vasques)
 TAMIRI principessa fuggitiva figliuola del tiranno Stratone in abito di pastorella, amante di Agenore
 (il signor Giuseppe Orti)
 AGENORE nobile di Sidone, amico d’Alessandro, amante di Tamiri
 (il signor Lorenzo Maruzzi)
 Tutti virtuosi della Real Cappella di sua maestà fedelissima
 
 Comparse: capitani greci con Alessandro, soldati macedoni con Alessandro, nobili di Sidone, guardia reale di Sidone, popolo di Sidone, pastori, pastorelle
 
    Il dramma è del celebre Metastasio, poeta cesareo. La musica è del celebre Jommelli, maestro di cappella pensionario all’attual servizio di sua maestà fedelissima. Le scene sono d’invenzione del signor Giacomo Azzolini, architetto teatrale all’attual servizio di sua maestà fedelissima. Le macchine e decorazioni sono del signor Petronio Mazzoni, macchinista all’attual servizio di sua maestà fedelissma. Li abiti de’ virtuosi cantanti e ballerini sono del signor Paolo Solenghi all’attual servizio di sua maestà fedelissima.
 
 
 BALLI
 
    Li balli sono d’invenzione del signor Francesco Sauveterre ed eseguiti dalli seguenti: signor Andrea Alberti, signor Benedetto Lombardi, signor Tommaso Zucchelli, signor Giambattista Flambò, signor Paolo Orlandi, signor Teofilo Corazzi, signor Carlo Vitalba, signor Francesco Zucchelli, signor Pietro Colonna, signor Niccola Midossi, tutti all’attual servizio di sua maestà fedelissima.