Il re pastore, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1770

 SCENA III
 
 ALESSANDRO e AGENORE
 
 AGENORE
125Or che dici Alessandro?
 ALESSANDRO
                                              Ah certo asconde
 quel pastorel lo sconosciuto erede
 del soglio di Sidone! Eran già grandi
 le prove tue; ma quel parlar, quel volto
 son la maggior. Che nobil cor! Che dolce,
130che serena virtù! Sieguimi. Andiamo
 la grand'opra a compir. De' fasti miei
 sarà questo il più bello. Abbatter mura,
 eserciti fugar, scuoter gl'imperi
 fra' turbini di guerra
135è il piacer che gli eroi provano in terra.
 Ma sollevar gli oppressi,
 render felici i regni,
 coronar la virtù, togliere a lei
 quel che l'adombra ingiurioso velo
140è il piacer che gli dei provano in cielo.
 
    Si spande al sole in faccia
 nube talor così;
 e folgora e minaccia
 sull'arido terren.
 
145   Ma poi che in quella foggia
 assai d'umori unì,
 tutta si scioglie in pioggia
 e gli feconda il sen. (Parte)