Il re pastore, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1770

 SCENA PRIMA
 
 Parte interna di grande e deliziosa grotta formata capricciosamente nel vivo sasso dalla natura, distinta e rivestita in gran parte dal vivace verde delle varie piante, o dall’alto pendenti o serpeggianti all’intorno, e rallegrata da una vena di limpida acqua che scendendo obliquamente fra’ sassi or si nasconde, or si mostra e finalmente si perde. Gli spaziosi trafori, che rendono il sito luminoso, scoprono l’aspetto di diverse amene ed ineguali colline in lontano, ed in distanza minore di qualche tenda militare, onde si comprenda esser il luogo nelle vicinanze del campo greco.
 
 AMINTA solo
 
 AMINTA
 Aimè! Declina il sol. Già il tempo è scorso
 che a' miei dubbi penosi
545Agenore concesse. Ad ogni fronda,
 che fan l'aure tremar, parmi ch'ei torni;
 e a decider mi stringa. Io da che nacqui
 mai non mi vidi in tanta angustia. Elisa (Siede)
 il suo vuol ch'io rammenti
550tenero, lungo e generoso amore.
 Con mille idee d'onore
 Agenore m'opprime. Io nel periglio
 di parer vile, o di mostrarmi infido
 tremo, ondeggio, m'affanno e non decido.
555E questo è il regno? E così ben si vive
 fra la porpora e l'or? Misere spoglie!
 Siete premio, o gastigo? In questo giorno
 non ho più ben, da che mi siete intorno.
 Finché in povere lane... O me infelice!
560Agenore già vien. (Si leva) Che dirgli? Oh dio!
 Secondarlo non posso;
 resistergli non so. Troppo ha costui
 dominio sul mio cor. Mi sgrida e l'amo;
 m'affligge; e lo rispetto. (Pensa, e poi risoluto) Ah non si venga
565seco a contesa.