Il re pastore, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1770

 Ahi, che tormento, ahi che morì.
 
 ECCLITICO
 
 Fe’ testamento, eccolo qui.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
590Ahi, che tormento, ahi che morì!
 
 ECCLITICO
 
    «Lascio a Clarice seimille scudi,
 se di sposarsi risolverà».
 
 CLARICE
 
 Era mortale, questo si sa.
 
 ECCLITICO
 
    «Lascio a Lisetta cento ducati,
595quando il marito ritroverà».
 
 LISETTA
 
 Era assai vecchio, questo si sa.
 
 ECCLITICO
 
    Povero vecchio, più nol vedrete.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Ahi che tormento che voi mi date.
 
 ECCLITICO
 
 Pronta è la dote, se la volete.
 
 LISETTA, CLARICE A DUE
 
600Mi fate ridere, mi consolate.
 Viva chi vive; chi è morto è morto.
 Dolce conforto la dote sarà.
 
 Fine dell’atto primo
 
 Siegue il ballo, nel quale si rappresenta il mondo della luna in un globo trasparente, coll’astrologo ed il credulo che fanno le loro osservazioni e derisi dalle donne che attendono l’effetto dell’impostura. S’apre il globo ed escono da quello due uomini e due donne lunari che si figurano esser questi veduti già da Buonafede col canocchiale e descritti nelle sue canzonette, dopo di che s’uniscono ed intrecciano le loro danze.
 
 
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Giardin delizioso in casa di Ecclitico, raffigurato nel mondo della luna, ove si rappresentano alcune stravaganze ordinate dall’astrologo per deludere Bonafede.
 
 BONAFEDE che dorme sopra un letto di fiori. ECCLITICO travestito con abito capriccioso. ERNESTO ne’ suoi abiti
 
 ECCLITICO
 Ecco qui Bonafede
 nel mondo della luna. Egli ancor dorme
605e quando sia destato
 esser non crederà nel mio giardino
 ma nel mondo lunare
 fra le delizie peregrine e rare.
 ERNESTO
 Ma Flaminia e Clarice
610son del tutto avvisate?
 ECCLITICO
                                           Il tutto sanno
 e a ogni nostro disegno aderiranno.