Il re pastore, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1770

 SCENA V
 
 Parte dello spazio circondato dal gran portico del celebre tempio di Ercole Tirio. Dal destro lato, molto innanzi, ricco ed elevato trono con due sedili, sopra de’ quali scettro e corona reale. Concorso per tutto di cittadini e pastori.
 
 Fra l’armonia strepitosa de’ militari strumenti esce ALESSANDRO, preceduto da’ capitani greci e seguito da’ nobili di Sidone. Poi TAMIRI, indi AGENORE
 
 ALESSANDRO
 
    Voi che fausti ognor donate
 nuovi germi a' lauri miei,
680secondate amici dei
 anche i moti del mio cor.
 
 
 Olà, che più si tarda? Il sol tramonta;
 perché il re non si vede?
 Dov'è Tamiri?
 TAMIRI
                              È d'Alessandro al piede.
 ALESSANDRO
685Sei tu la principessa?
 TAMIRI
 Son io.
 AGENORE
                Signor, non dubitarne; è dessa.
 TAMIRI
 Perdonare a' nemici
 sanno gli eroi; ma sollevargli al trono
 sanno sol gli Alessandri. Io dirti i moti,
690signor, non so che per te sento in petto.
 Vincitor ti rispetto, eroe t'onoro;
 t'amo benefattor, nume t'adoro.
 ALESSANDRO
 È gran premio dell'opra
 render superbo un trono
695di sì amabil regina.
 TAMIRI
                                       Ancor nol sono.
 ALESSANDRO
 Ma sol manca un istante.
 TAMIRI
 Odi. Agenore amante
 la mia grandezza all'amor suo prepone;
 se alla grandezza mia posporre io debba
700un'anima sì fida,
 esamini Alessandro e ne decida.
 Quel che nel caso mio
 Alessandro faria, far voglio anch'io.
 ALESSANDRO
 E tu sapesti amando... (Ad Agenore)
 AGENORE
                                            Odila, e vedi
705se usurpar dessi al trono
 un'anima sì bella.
 ALESSANDRO
                                    E tu sì grata (A Tamiri)
 dunque ti senti a lui!...
 TAMIRI
                                            L'ascolta; e dimmi
 se merita un gastigo
 tanta virtù.
 AGENORE
                        Ma principessa, or ora
710lieta pur mi paresti
 del nuziale invito.
 TAMIRI
 No. Ma tu mi credesti
 più ambiziosa che amante; io t'ho punito.
 ALESSANDRO
 Dei, qual virtù! Qual fede!