La Salustia, libretto, Napoli, 1731

 Io sono imperatrice e voi crepate.
 FLAMINIA
 Tu sei pazza...
 LISETTA
                             Tacete.
 FLAMINIA
1305Lo vedrai...
 LISETTA
                        Non v’ascolto.
 FLAMINIA
 Cecco è l’imperator.
 LISETTA
                                       No, non è vero.
 FLAMINIA
 Il lunatico impero
 terminerà in fischiate.
 LISETTA
 Io sono imperatrice e voi crepate.
 FLAMINIA
 
1310   Ah purtroppo il nostro core
 che mal regge i propri affetti
 ingannar da falsi oggetti
 sempre mai si lascierà.
 
    Or la gioia, or il dolore
1315forsennato in sé comprende
 ma né l’un né l’altra intende
 e scoprire il ver non sa.
 
 SCENA IV
 
 LISETTA sola
 
 LISETTA
 Oh guardate, garbata signorina!
 Con me, che son regina e monarchessa,
1320voler venir a far la dottoressa?
 Ma purtroppo è così. Quando si dona
 a certa gente bassa
 un po’ di confidenza
 convien sempre temer qualche insolenza;
1325e poi e poi l’invidia
 è il vizio che a costoro il cor martella;
 or di questa, or di quella
 si mormora da loro a più non posso
 e si taglian agli altri i panni adosso.
 
1330   Quando si trovano
 le basse femmine,
 dicono, parlano
 sempre così.
 
    «Ehi non sapete?
1335Nina l’ha fatta».
 «Che cosa dite?»
 «Lilla fuggì».
 
    Le triste femmine
 sono così.
 
1340   Ma di quel numero
 io non vogl’essere;
 son fatta nobile
 e il basso spirito
 da me svanì.
 
 SCENA V
 
 Sala in casa di Ecclitico con piccolo tempio in prospetto, illuminato, con la statua di Diana e trono da un lato.
 
 ECCLITICO, BUONAFEDE, CECCO da imperatore, ERNESTO e seguito di cavalieri e servi
 
 CECCO
1345Uomo sublunare,
 in questo nostro mondo
 le figlie, quando sono da marito,
 si maritano tosto e non si aspetta,
 come talor nel vostro mondo usate,
1350che le femmine sian quasi invecchiate.
 BUONAFEDE
 Eh signor, le mie figlie
 son pure ed innocenti.
 CECCO
                                            E pur si dice