Semiramide, libretto, Roma, Zempel e de Mey, 1729

 la furba m’ha risposto:
765«Così non è permesso».
 Femmine, traditore, in questo sesso.
 
    Dunque è vostra innamorata? (A Dorindo)
 (Maledetta, disgraziata
 creppa, schiatta, va’ in malora,
770aver ben non possa un’ora).
 Dunque è ver che vi vuol bene? (A Dorindo)
 
 Aria mutata nell’atto secondo, scena VI
 
    Dunque è vostra innamorata?
 (Maledetta, disgraziata,
 crepa, schiatta, va’ in malora,
775aver ben non possi un’ora).
 Dunque è ver che vi vuol bene?
 (Ti strascinin le catene,
 infedele, buggiardaccia,
 brutta strega, villanaccia,
780venga un orso a pettinarti,
 a strapparti quel toppè).
 
    Parto signore
 ma voi pensate
 quello che fate.
785Quell’incostante
 ch’è vostra amante,
 che m’ha tradito,
 che m’ha schernito
 non merta amore,
790credete a me.
 
 SCENA VII
 
 DORINDO, poi LISAURA
 
 DORINDO
 Sentimi, non è ver, quasi mi spiace
 aver dato al meschin sì gran cordoglio.
 So per prova qual sia
 il tormento crudel di gelosia.
795Ma ecco la mia bella
 che a beare mi vien cogl’occhi suoi.
 LISAURA
 Dorindo, eccomi a voi.
 DORINDO
                                            Cara Lisaura,
 tutti siamo traditi. Ho discoperta
 una barbara trama,
800di spogliar Filiberto oggi si brama.
 Cornelio, il conte e ser Imbroglio uniti
 al vostro genitor fanno la lite.
 Dimani si farà l’aggiustamento.
 E il caro negligente
805a Cornelio affidato,
 ch’è l’impostor più franco,
 ha dato un foglio sottoscritto in bianco.
 LISAURA
 Donde sapeste ciò?
 DORINDO
                                      Da uno scrivano
 di ser Imbroglio che a pietà s’è mosso
810e di voi e di me. Quello che stese
 la scrittura, per noi, del matrimonio.
 LISAURA
 Adunque, che sarà?
 DORINDO
                                       Ci ho rimediato.
 Vuo’ che l’ingannator resti ingannato.
 LISAURA
 Come mai?
 DORINDO
                         Sol mi basta
815che al vostro genitore
 sottoscrivere faccia questa carta. (Cava dalla tasca un foglio)
 S’egli, ch’è negligente,
 senza leggerlo prima,
 oggi soscrive il foglio,
820scherniremo Corneglio e ser Imbroglio.
 LISAURA
 Tutto per voi farò. Già il padre mio
 si contenta che io
 vi prenda per mio sposo.
 DORINDO
                                                E questo è bene.
 Profittarsi conviene
825della sua negligenza.
 Diteli che la carta
 contien di nostre nozze il sol contratto
 e vi metta il suo nome e il colpo è fatto.
 LISAURA
 Non vorrei d’un inganno
830esser tacciata poi.
 DORINDO
                                   Non dubitate.
 Questa è l’ultima moda,
 l’inganno, se va bene, ancor si loda.
 
    Pria ritornare al fonte
 vedrai torrente altero
835che all’amor mio sincero,
 che alla mia fé costante
 tempre vedrai cangiar.
 
 Aria mutata nell’atto secondo scena VII, invece dell’aria «Pria ritornare al fonte»
 
    No, mia cara, non temete,
 io saprò deluder l’arte,
840il secreto nascondete,
 che scoprir l’ingiusto inganno
 di quel viso qual l’affanno
 uno sguardo ed un sospir.
 
    E se basta così poco
845a scoprir quel che vi piace
 perché perder la sua pace
 con ascondere il martir.
 
 SCENA VIII
 
 AURELIA, poi PASQUINO
 
 AURELIA
 Del cor di Filiberto
 sono quasi sicura.
850Ma Lisaura, Pasquino e Porporina
 non mi ponno vedere.
 La politica vuole
 ch’io me li renda amici,
 perché i disegni miei riescan felici.
855Ecco Pasquin; con questo
 ch’è alquanto bacellone
 incomincio a provar la mia lezione.
 PASQUINO
 Ingrata Porporina, (Verso la scena)
 ladra, cagna, assassina.
 AURELIA
860Pasquino, e con chi l’hai?
 PASQUINO
 Oh non ti avessi conosciuta mai!
 AURELIA
 T’han fatto qualche insulto?
 PASQUINO
                                                     Sì, m’han fatto
 quello che far usate
 voialtre feminaccie indiavolate.
 AURELIA
865Sei forse innamorato?
 PASQUINO
 Così fossi appicato.
 AURELIA
 Forse tradito sei?
 PASQUINO
 Così il diavol portasse via colei.
 AURELIA
 Oh povero Pasquino
870che sei tanto bellino.
 Se tu volessi un po’ di bene a me,
 tutto questo mio cor saria per te.
 PASQUINO
 Eh mi burlate.
 AURELIA
                              No, credimi, o caro,
 che il mio labbro è sincero.
 PASQUINO
875Se dicesse da vero
 vendicar mi potrei di Porporina.
 AURELIA
 Dammi la tua manina.
 PASQUINO
 Se ci vede il padron, cosa dirà?
 
 SCENA IX
 
 FILIBERTO da una parte, PORPORINA dall’altra osservano in disparte
 
 AURELIA
 Non importa, vien qua.
880Fra noi s’ha d’aggiustare
 e si vada il padrone a far squartare.
 FILIBERTO
 (Obbligato!) (Da sé)
 PASQUINO
                           Sì sì, vada in malora
 lui, la sua casa e Porporina ancora.
 PORPORINA
 (Bravissimo). (Da sé)
 AURELIA
                              È noioso
885il signor Filiberto agl’occhi miei.
 PASQUINO
 Dir non posso di cuor: «Mira colei».
 AURELIA
 Tu sì sei graziosetto.
 PASQUINO
 Sì, quello è un bel visetto. (Ad Aurelia)
 AURELIA
 Se parlassi di cor...
 PASQUINO
                                     Se vi degnaste...
 AURELIA
890Sarei per te.
 PASQUINO
                          Vostro sarei, m’impegno.
 FILIBERTO
 (Femmina scellerata!) (Da sé)
 PORPORINA
                                             (Oh core indegno!) (Da sé)
 AURELIA, PASQUINO A DUE
 
    Allegri e contenti
 s’amiam di buon core.
 Più dolce è l’amore
895novello nel sen.
 
 PORPORINA, FILIBERTO A DUE
 
    Che voglia mi vien
 d’andarli a scanar.
 
 AURELIA
 
    E vada il padrone...
 
 PASQUINO
 
 E vada la serva...
 
 A DUE
 
900A farsi squartar.
 
 FILIBERTO
 
    Indegna. (Ad Aurelia)
 
 PORPORINA
 
                        Briccone. (A Pasquino)
 
 A DUE
 
 Si tratta così?