Semiramide, libretto, Venezia, Buonarigo, 1729

 Non basta il grande impaccio
 d’allevar le figliuole ed educarle,
 pensar anche bisogna a maritarle?
 PORPORINA
 Serva, signor padrone.
 FILIBERTO
                                            Oh Porporina,
45come stiamo in cucina?
 PORPORINA
                                              Ho un’ambasciata
 di premura da farvi.
 FILIBERTO
 Non ho punta di voglia
 di sentir ambasciate.
 Serbala a questa sera.
 PORPORINA
                                           Oh non vi è tempo
50da perdere, signor. Sentite...
 FILIBERTO
                                                      Oibò.
 Che noia!
 PORPORINA
                     Ha qui mandato
 il dottor ser Imbroglio...
 FILIBERTO
                                              Oh nome odioso!
 PORPORINA
 A dir che prontamente,
 anzi subitamente,
55vi portiate a palazzo.
 FILIBERTO
 Io? Eh non son sì pazzo;
 non mi vuo’ incomodar.
 PORPORINA
                                              Vi fa sapere
 esser la vostra causa in spedizione.
 FILIBERTO
 Oh che bella ragione!
60Si spedisca. La nuova aspetterò.
 PORPORINA
 Vi vorrà del danar.
 FILIBERTO
                                     Ne manderò.
 Senti, ho un po’ d’appetito,
 fammi una pietanzina,
 cara mia Porporina.
 PORPORINA
65Ma via, spicciate prima l’avvocato,
 o vestitevi e andate
 o almen qualche risposta a lui mandate.
 FILIBERTO
 Ehi Pasquino.
 
 SCENA III
 
 PASQUINO e detti
 
 PASQUINO
                             Signor. (Di dentro)
 FILIBERTO
                                             Vien qui.
 PASQUINO
                                                                 Non posso.
 FILIBERTO
 Perché?
 PASQUINO
                  Fo colazione.
 FILIBERTO
70Poveretto, ha ragione.
 Finisci e poi verrai.
 PORPORINA
 (Un più sciocco padron non vidi mai).
 FILIBERTO
 Bisogna compatir la servitù.
 Tutto il dì s’affatica
75e vuol la carità
 che un’ora le si dia di libertà.
 PASQUINO
 Eccomi. Ho fatto presto?
 FILIBERTO
 Cappita! Tu sei lesto.
 Sentimi, andar dovrai...
80Dove hai detto? (A Porporina)
 PORPORINA
                                 A palazzo.
 FILIBERTO
 A palazzo, sì sì,
 a portar questa borsa a ser Imbroglio.
 Digli che si ricordi
 di sostenere in punto di ragione
85ch’io son chiamato alla sostituzione.
 Digli che il testamento parla chiaro,
 che il testamento io l’ho
 e che, quando bisogni, il cercherò.
 Digli...
 PASQUINO
                Basta. Ih ih, che diavol dite voi?
90Tante cose in un fiato?
 Voi m’avete imbrogliato.
 FILIBERTO
 Te lo tornerò a dire. Oh che fatica!
 Anderai a palazzo.
 PASQUINO
                                    Ben.
 FILIBERTO
                                               Vedrai
 messer Imbroglio.
 PASQUINO
                                     Sì.
 FILIBERTO
                                             E li darai
95questa borsa.
 PASQUINO
                            Fin qui me ne ricordo.
 E poi?
 FILIBERTO
                E poi che il testamento io l’ho,
 che non l’ho ancor trovato
 ma ch’io sono il chiamato
 alla sostituzione
100e che sostenga ben la mia ragione.
 PASQUINO
 Signor, fatemi grazia,
 quella prostituzion cosa vuol dire?
 FILIBERTO
 Finiamola, l’ho detto e l’ho ridetto.
 PASQUINO