Semiramide, libretto, Venezia, Buonarigo, 1729

 (Davver, che quasi quasi
 io me la sposerei).
 AURELIA
                                     Quanto è baggiano!
 Spero che il laccio non sia teso invano.
 FILIBERTO
 Dimmi, Aurelia, inclinata
335sei tu pel matrimonio?
 AURELIA
                                             Oh signor no.
 FILIBERTO
 Ma s’io ti proponessi un buon partito?
 AURELIA
 Quando fosse il marito...
 Come sarebbe a dir...
 FILIBERTO
                                          Via, parla schietto.
 AURELIA
 Mi vergogno davvero.
 FILIBERTO
340Qui nessuno ci sente.
 AURELIA
 Quando fosse il marito come voi...
 FILIBERTO
 Tuo marito sarò, se tu mi vuoi.
 AURELIA
 Ma io povera sono e non ho dote.
 FILIBERTO
 Io, io te la darò.
 AURELIA
345E poi... signore... io so
 che graziosa non sono e non son bella.
 FILIBERTO
 Cara, tu agli occhi miei sembri una stella.
 AURELIA
 
    L’alma mi sento pungere
 da un certo non so che,
350che non vi posso esprimere,
 caro, che cosa egli è?
 Basta, so dir che m’agita,
 che mi consuma il cor.
 
 SCENA IX
 
 FILIBERTO e poi LISAURA
 
 FILIBERTO
 L’ho sempre detto ch’è una buona figlia,
355Aurelia, di buon’indole e talento,
 e di prenderla in moglie io son contento.
 Ma quando? Eh si farà! Ma mi potrebbe
 fuggire dalle mani. Andiamo subito,
 pria che qualch’altro amor n’occupi il loco.
360Andrò ma pria vuo’ riposarmi un poco. (Siede)
 LISAURA
 Signor padre, un affar di gran premura
 ora mi guida a voi.
 FILIBERTO
 Di grazia andate e tornerete poi.
 LISAURA
 Il cielo mi presenta
365una buona fortuna.
 FILIBERTO
 Me ne rallegro assai.
 LISAURA
                                        Dorindo, il figlio
 di quel ricco mercante
 mi si è scoperto amante.
 FILIBERTO
 Benissimo, e così?
 LISAURA
                                     Mi brama in moglie.
 FILIBERTO
370Ne parleremo poi.
 LISAURA
 Volea venir da voi
 ma per non annoiarvi ei si trattiene.
 FILIBERTO
 In questo ha fatto bene.
 Io non vuo’ seccature.
 LISAURA
375Aspetta la risposta.
 FILIBERTO
                                      Aspetti pure.
 LISAURA
 Dunque, che gli ho da dire?
 FILIBERTO
 Per or se ne può ire.
 Ci penseremo, tornerà.
 LISAURA
                                             Ma quando?
 FILIBERTO
 Oh l’è lunga!
 LISAURA
                           Io stessa
380da lui ritornerò.
 FILIBERTO
 Da lui? Signora no.
 LISAURA
 Dunque anderete voi.
 FILIBERTO
 Non posso e non ne ho voglia.
 LISAURA
 La civiltà lo vuole;
385conosco il dover mio;
 se non ci andate voi ci anderò io.