Semiramide, libretto, Venezia, Buonarigo, 1729

    Fiero padre e dispietato,
 del mio core innamorato
 deh movetevi a pietà.
 
390   Io fui sempre un’umil figlia
 ma l’affetto or mi consiglia
 né so dir quel che sarà.
 
 SCENA X
 
 FILIBERTO, poi PASQUINO
 
 FILIBERTO
 Affé! Costei si porta
 risoluta a trovarlo. Andar conviene.
395Ma se sto tanto bene,
 perché degg’io levarmi?
 Oh, per ora non voglio incomodarmi.
 PASQUINO
 Son qui, signor padrone.
 FILIBERTO
 Ecco un altro tormento,
400non mi lasciano in pace un sol momento.
 E ben che cosa ha detto?
 PASQUINO
 Chi?
 FILIBERTO
             Il mio procuratore.
 PASQUINO
                                                  Non l’ho veduto.
 FILIBERTO
 Perché?
 PASQUINO
                  Perché un po’ tardi
 a palazzo, signor, sono arrivato
405e già ’l procurator se n’era andato.
 FILIBERTO
 Non importa. Stasera
 andrai a casa a ritrovarlo.
 PASQUINO
                                                 Certo.
 FILIBERTO
 Dammi dunque la borsa.
 PASQUINO
                                                Eccola qui.
 FILIBERTO
 Questo denaro intanto è risparmiato.
 PASQUINO
410Lo volete contar?
 FILIBERTO
                                  L’ho già contato.
 Lo porrò nello scrigno.
 Ma incomodar non mi vorrei. Pasquino
 tieni le chiavi... No... Fidarsi troppo
 non istà bene, adesso. Porporina!
 
 SCENA XI
 
 PORPORINA e detti
 
 PORPORINA
415Signor.
 FILIBERTO
                 Il tavolino
 porta e lo scrigno. Aiutale, Pasquino.
 PORPORINA
 Subito. (Pesa poco, è ormai finito).
 PASQUINO
 (Volea darmi le chiavi e s’è pentito).
 PORPORINA
 (Chi non si fida merta esser gabbato).
 PASQUINO
420(Di trappolarlo il modo ho già pensato).
 PORPORINA
 Ecco lo scrigno.
 FILIBERTO
                               Tieni, aprilo tosto.
 PORPORINA
 Ho aperto.
 FILIBERTO
                       Brava.
 PORPORINA
                                      Altro da noi comanda?
 FILIBERTO
 Andate pur; da me mi divertisco.
 PORPORINA
 Serva, signor padron. (Parte)
 PASQUINO
                                           La riverisco. (Parte)
 FILIBERTO
 
425   Scrigno caro, bello bello,
 te ne vai così pian piano
 ed ormai non ve n’è più.
 
 PORPORINA
 
    Ehi, signor, siete chiamato.
 
 FILIBERTO
 
 Chi mi vuole?
 
 PORPORINA
 
                             Il suo legista.
 
 FILIBERTO
 
430Oh che vita amara e trista!
 Vada via; ritornerà.
 
 PASQUINO
 
    Ehi, signor, siete cercato.
 
 FILIBERTO
 
 Chi mi brama?
 
 PASQUINO
 
                               È un cavaliere.
 
 FILIBERTO
 
 Vada via, ritornerà.
 
 PORPORINA, PASQUINO A DUE
 
435(Ed ancor non se ne va). (Fra loro)
 
    Sì signor, glielo diremo. (Verso la scena)
 
 FILIBERTO
 
 Con chi dite?
 
 A DUE
 
                            Una parola, (A Filiberto)
 una cosa sola sola
 vi vuol dire e se ne va.
 
 FILIBERTO
 
440Oh che pena!
 
 A DUE
 
                            (Se ne va). (Fra loro di Filiberto)
 
 FILIBERTO
 
 Oh che rabbia! (Parte)
 
 A DUE
 
                                (Se ne va). (Fra loro come sopra)
 
 PORPORINA, PASQUINO A DUE
 
    Se n’è andato, se n’è andato
 e lo scrigno è spalancato. (Rubano due borse)
 Prendi, prendi, piglia, piglia.
445Presto, presto, ch’egli è qua.
 
 FILIBERTO
 
    Cosa fate? (Torna)
 
 A DUE
 
                          Niente, niente. (Nascondono le borse)
 
 FILIBERTO
 
 Cos’è questo? (Se n’accorge)
 
 A DUE
 
                             Nulla, nulla. (Vogliono nascondere sotto il grembiale)
 
 
 FILIBERTO
 
 Vo’ vedere.
 
 PORPORINA
 
                        A una ragazza?
 
 FILIBERTO
 
 Vo’ frugare. (In tasca)
 
 PASQUINO
 
                          Ad un garzone?
 
 FILIBERTO
 
450Birboncello, l’ho trovato. (Trova la borsa)
 Disgraziata, m’hai rubato. (Fa lo stesso)
 Presto andate via di qua.
 
 PORPORINA
 
    Io non sono.
 
 PASQUINO
 
                             È stata lei.
 
 FILIBERTO
 
 Sei bugiardo, ardita sei.
 
 PORPORINA, PASQUINO A DUE
 
455Perdonate per pietà.
 
 FILIBERTO
 
 Presto andate via di qua.
 
 Fine dell’atto primo
 
 
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 PASQUINO vestito da donna, poi CORNELIO
 
 PASQUINO
 Oh povero Pasquino! Salva, salva.
 S’io non fuggivo presto
 dalle mani del padrone
460mi faceva provare un buon bastone.
 Ora che son vestito in questa guisa
 non mi conoscerà. Ma veramente
 egli aveva ragione,
 il rubare fu sempre mala azione
465ma Porporina disse: «Piglia, piglia»;
 ond’io per obbedirla e dimostrarle
 che i suoi comandi a me fur sempre cari,
 mi compiacqui di prendere i denari.
 Vien gente. Ohimè! Temo essere scoperto.
 CORNELIO
470Girando io vo per questi colli ameni
 per temprar del mio cor la viva fiamma
 ma qual vaga fanciulla
 mi si presenta! O amabil pastorella,
 che fate qui soletta?
 PASQUINO
475Non mi conosce; oh la vuol esser bella.
 CORNELIO
 Perché fuggir? Disdice
 cotesta rustichezza
 alla vostra bellezza
 e se parlo con voi però non esco
480dal mio giusto dover.
 PASQUINO
                                         Or sì sto fresco!
 CORNELIO
 Fermatevi, ascoltate. In quest’istante
 m’han fatto vostro amante
 quei risplendenti rai
 che vi brillano in volto.
 PASQUINO
                                            Oh meglio assai.
 CORNELIO
485Ma voi non rispondete? Aprite, aprite
 quella bocca di rose,
 se no qui morto mi vedrete affatto.