Semiramide, libretto, Torino, Zappata, 1742

 Così non è permesso.
 PASQUINO
 Ma io non posso più.
 PORPORINA
                                         Ma io già peno.
 PASQUINO
735Vado tutto in sudore.
 PORPORINA
                                         Io vengo meno.
 
    Ohimè, che fuor del petto
 mi vien sul labro il cor.
 Ma su quel bel labretto
 veggo il tuo core ancor.
 
740   Damm’il tuo core, oh dio!
 Pigliati, o caro, il mio!
 Piglialo, che tel dono,
 dammilo, per pietà.
 
    Cosa farai del mio?
745Del tuo cosa farò?
 Perché fedel son io,
 il tuo lo serberò.
 
    Tu che pietà non hai
 me lo strapazzerai?
750No, no per carità.
 
 SCENA VI
 
 PASQUINO e DORINDO, il quale vorrebbe trattener PORPORINA che parte
 
 DORINDO
 Ehi, Porporina, udite...
 PASQUINO
 Signor, cosa comanda
 da Porporina.
 DORINDO
                            Che vuoi tu sapere?
 Va’ via, brutto villano.
 PASQUINO
755Cos’è questo villano?
 Cos’è questo va’ via?