Semiramide, libretto, Torino, Zappata, 1742

 Dorindo, eccomi a voi.
 DORINDO
                                            Cara Lisaura,
 tutti siamo traditi. Ho discoperta
 una barbara trama;
795di spogliar Filiberto oggi si brama.
 Cornelio, il conte e ser Imbroglio uniti
 al vostro genitor fanno la lite.
 Dimani si farà l’aggiustamento;
 e il caro negligente
800a Cornelio affidato,
 ch’è l’impostor più franco,
 ha dato un foglio sottoscritto in bianco.
 LISAURA
 Donde sapeste ciò?
 DORINDO
                                      Da uno scrivano
 di ser Imbroglio che a pietà s’è mosso
805e di voi e di me; quello che stese
 la scrittura per noi del matrimonio.
 LISAURA
 Adunque, che sarà?
 DORINDO
                                       Ci ho rimediato.
 Vo’ che l’ingannator resti ingannato.
 LISAURA
 Come mai?
 DORINDO
                         Sol mi basta
810che al vostro genitore
 sottoscrivere faccia questa carta. (Cava dalla tasca un foglio)
 S’egli, ch’è negligente,
 senza leggerlo prima,
 oggi soscrive il foglio,
815scherniremo Cornelio e ser Imbroglio.
 LISAURA
 Tutto per voi farò. Già il padre mio
 si contenta che io
 vi prenda per mio sposo.
 DORINDO
                                                E questo è bene.
 Profittarsi conviene
820della sua negligenza.
 Ditegli che la carta
 contien di nostre nozze il sol contratto
 e vi metta il suo nome e il colpo è fatto.
 LISAURA
 Non vorrei d’un inganno
825esser tacciata poi.
 DORINDO
                                   Non dubitate;
 quest’è l’ultima moda;
 l’inganno, se va bene, ancor si loda.
 
    Mentre a partir m’appresto,
 cara, se parto o resto
830domandalo al tuo cor
 che m’avrà seco ognora
 e quando il dì s’imbruna
 e quando i raggi aduna