L’Arcadia in Brenta, libretto, Milano, Malatesta, 1750

 SCENA PRIMA
 
 Camera terrena in casa di messer Fabrizio.
 
 FABRIZIO, che dorme sopra una poltrona in veste da camera, e FORESTO
 
 FORESTO
 Oh questa sì ch'è bella,
 il padrone di casa
 a tutt'i forastieri dà ricetto
 e gli convien dormir fuori del letto.
5Con questa bell'Arcadia
 ei si va rovinando ed io, che sono
 da questo sciocco economo creato,
 or che manca il denar, son imbrogliato.
 Orsù lo vuo' svegliar. Già s'alza il sole;
10oggi almeno ci vuole,
 fra quei che siamo e quelli che verranno,
 mezza l'entrata sua di tutto l'anno.
 Signor Fabrizio... Ehi signor Fabrizio.
 FABRIZIO
 Che? (Svegliandosi un poco)
 FORESTO
              Svegliatevi.
 FABRIZIO
                                      Sì.
 FORESTO
                                              V'ho da parlare.
 FABRIZIO
15Par... la... te.
 FORESTO
                          Egli si torna a addormentare.
 Su via, messer Fabrizio.
 FABRIZIO
                                               Seguitate. (Si risveglia)
 FORESTO
 Se voi non m'ascoltate,
 non vuo' parlar da stolto.
 FABRIZIO
 Tengo gli occhi serrati ma v'ascolto. (Dorme)
 FORESTO
20Ben, sapiate che io
 ho il denar terminato
 che voi m'avete dato.
 FABRIZIO
 Già.
 FORESTO
            M'avete inteso?
 FABRIZIO
 Ho inteso tutto.
 FORESTO
                                E ben, che rispondete?
 FABRIZIO
25Fate quel che volete.
 FORESTO
 Ma il denar?
 FABRIZIO
                           Che denar?
 FORESTO
                                                   M'avete inteso?
 FABRIZIO
 Tutto non ho compreso.
 Tornate a dir.
 FORESTO
                            Alzatevi di grazia.
 FABRIZIO
 Voi avete timor ch'io m'addormenti.
30Pericolo non v'è ma per gradirvi
 m'alzerò; via, parlate. (S’alza e si accosta bel bello al poggio della poltrona)
 FORESTO
 Ora, signor, sapiate
 che non v'è più denaro...
 FABRIZIO
                                               Ben.
 FORESTO
                                                          Ch'io
 non so più come far, (S’addormenta) che oggi s'aspetta
35nuova foresteria...
 E buonanotte di vosignoria.
 Signor Fabrizio... Ehi signor Fabrizio...
 Signor Fabrizio... (Più forte)
 FABRIZIO
                                    Che! Come!
 FORESTO
                                                            Voi siete
 impastato di sonno.
 FABRIZIO
                                       Io? Che dite?
40Dormo io? Signor no. Eccomi lesto.
 FORESTO
 Venite qua. (Lo prende per una mano e lo tien forte)
 FABRIZIO
                          Son qua.
 FORESTO
                                             Vi torno a dire,
 signor Fabrizio caro,
 che vi vuol del denaro.
 FABRIZIO
 Ed io risponderò,
45signor Foresto caro, non ne ho.
 FORESTO
 Ma che fare dovrò
 per supplire l'impegno in cui voi siete?
 FABRIZIO
 Fate quel che volete.
 FORESTO
 Non v'è denaro?
 FABRIZIO
                                 Oibò.
 FORESTO
                                              Grano?
 FABRIZIO
                                                              È venduto.
 FORESTO
50Quei cavalli indiscreti,
 che mangian tanto fieno,
 si potrian esitar.
 FABRIZIO
                                 Sì. (S’appoggia alle spalle di Foresto)
 FORESTO
                                         La carrozza?
 FABRIZIO
 La carroz... za... (S’addormenta)
 FORESTO
                                Eh io non sono pazzo
 di volervi servir di matarazzo.
 FABRIZIO
55Sì, la carrozza...
 FORESTO
                               O la carrozza o il carro,
 vi dico in due parole
 che, se non v'è danar, l'Arcadia vostra
 è presto terminata
 e tutta la brigata,
60provista d'appetito,
 grazie vi renderà del dolce invito.
 
    Se vi mancano i contanti,
 fate quel che fanno tanti.
 Impegnate e poi vendete
65e se robba non avete
 già si sa l'usanza vaga
 che si compra e non si paga
 e si gode all'altrui spalle
 ed aspett'il creditor.
 
70   Questa regola è difusa,
 da per tutto già si usa.
 Ed è segno ch'ha del credito,
 quando un uom è debitor.