Semiramide, libretto, Parigi, Quillau, 1755, I

 PASQUINO
120Che mi venga la rabbia,
 se mi ricordo più cosa m’ha detto.
 Basta, a palazzo andrò;
 qualche cosa dirò. (Vuol partire)
 PORPORINA
                                     Ehi, ehi, Pasquino.
 PASQUINO
 Porporina, che vuoi?
 PORPORINA
                                         Così tu parti,
125senza darmi un addio?
 Più bene non mi vuoi, Pasquino mio?
 PASQUINO
 Se ti vo’ bene! E come?
 Ma per non mi scordar la mia lezione
 io me n’andavo a dire a ser Imbroglio
130del testamento e la prostituzione.
 PORPORINA
 Vorrei ti ricordassi
 della tua Porporina.
 PASQUINO
 La sera e la mattina,
 quando mi levo e quando vado a letto,
135penso sempre, mia cara, a quel visetto.
 PORPORINA
 Eh tu burli, lo so.