Semiramide, libretto, Parigi, Quillau, 1755, II

 L’ho aperto.
 FILIBERTO
                         Brava.
 PORPORINA
                                        Altro da noi non comanda!
 FILIBERTO
 Andate pur; da me mi divertisco.
 PORPORINA
 Serva, signor padron. (Parte)
 PASQUINO
                                           La riverisco. (Parte)
 FILIBERTO
 
325   Scrigno caro, bello,
 te ne vai così pian piano
 ed ormai non ve n’è più.
 
 PORPORINA
 
    Ehi signor, siete chiamato.
 
 FILIBERTO
 
 Chi mi vuole?
 
 PORPORINA
 
                             Il palazzista.
 
 FILIBERTO
 
330Oh che vita amara e trista.
 Vada via; ritornerà.
 
 PASQUINO
 
    Ehi signor siete cercato.
 
 FILIBERTO
 
 Chi mi brama?
 
 PASQUINO
 
                               È un cavaliere.
 
 FILIBERTO
 
 Vada via, ritornerà.
 
 PORPORINA, PASQUINO A DUE
 
335(Ed ancor non se ne va?)
 
 FILIBERTO
 
    Scrigno caro, bello bello,
 te ne vai così pian piano.
 Ed ormai non ve n’è più.
 
 PORPORINA, PASQUINO A DUE
 
    Sì signor, glielo diremo. (Verso la scena)
 
 FILIBERTO
 
340Con chi dite?
 
 PASQUINO, PORPORINA A DUE
 
                            Una parola,
 una cosa sola sola
 vi vuol dire e se ne va.
 
 FILIBERTO
 
 Oh che pena.
 
 A DUE
 
                           (Se ne va). (Fra loro)
 
 FILIBERTO
 
 Oh che rabbia!
 
 A DUE
 
                               (Se ne va). (Come sopra)
 
 PORPORINA, PASQUINO A DUE
 
345   Se n’è andato, se n’è andato.
 E lo scrigno è spalancato. (Rubano due borse)
 Prendi, prendi, piglia, piglia.
 Presto, presto, ch’egli è qua.
 
 FILIBERTO
 
    Cosa fate?
 
 A DUE
 
                         Niente niente. (Nascondano le borse ed egli se n’accorge)
 
 FILIBERTO
 
350Cos’è questo?
 
 A DUE
 
                            Nulla, nulla.
 
 FILIBERTO
 
 Vo’ vedere.
 
 PORPORINA (Vol nascondere sotto il grembiale)
 
                        A una fanciulla?
 
 FILIBERTO
 
 Vo’ toccare. (In tasca)
 
 PASQUINO
 
                         Ad un zitello?
 
 FILIBERTO
 
 Birboncello l’ho trovato. (Trova la borsa)
 Disgraziata m’hai rubato. (Fa lo stesso)
355Presto andate via di qua.
 
 PORPORINA
 
    Io non sono.
 
 PASQUINO
 
                             È stata lei.
 
 FILIBERTO
 
 Sei bugiardo, ardita sei.
 
 PORPORINA, PASQUINO A DUE
 
 Perdonate per pietà.
 
 FILIBERTO
 
 Presto andate via di qua.
 
 Fine dell’atto primo
 
    Segue il ballo della Liberazione d’Andromeda fatta da Perseo secondo la favolla d’Ovidio, composto dal signor Carlo Belluzzi.
 
 
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera come prima.
 
 AURELIA e CORNELIO
 
 AURELIA
360Anderà ben, benissimo.
 Con quattro paroline io l’ho incantato,
 è di me innamorato,
 la dote mi farà.
 CORNELIO
 Oh gran donna! Oh gran donna! Io col tuo esempio
365propor vo’ a Filiberto
 l’aggiustamento della lite. A lui
 chiederò la sua firma
 per chiudere il contratto
 e quand’egli mi creda il colpo è fatto.
 AURELIA
370Con ragion ci ha congiunti
 amor sagace e scaltro,
 nati siam veramente uno per l’altro.
 CORNELIO
 Ah ch’io non vedo l’ora,
 cara, che tu sii mia.
 AURELIA
375Tua sarò ma non voglio gelosia.
 CORNELIO
 Dammi la bella man. Lascia che almeno
 io me la stringa al seno.
 AURELIA
 Sì, caro, ecco la man, se tu vuoi,
 del mio core e di me dispor tu puoi.
 
 SCENA II
 
 FILIBERTO in disparte e detti
 
 CORNELIO
380Oh che cosa gustosa (Si tengono sempre per la mano)
 aver sì bella sposa!
 AURELIA
 Oh che felice sorte
 aver sì buon consorte!
 CORNELIO
 Marito fortunato!
 AURELIA
385Quando, quando verrà quel dì beato!
 FILIBERTO
 Bravi. Buon pro vi faccia.
 CORNELIO
                                                 (Oh maledetto!)
 AURELIA
 Vi giuro e vi prometto, (A Filiberto)
 caro il mio ben, che sempre parlerei
 del nostro matrimonio
390e ne chiamo Cornelio in testimonio.
 CORNELIO
 (Oh brava!) Sì, davvero,
 ella vi vuol gran ben.
 FILIBERTO
                                         Mi vuol gran bene.
 Parmi ch’ella dicesse:
 «Oh che filice sorte
395aver sì buon consorte!» (Accenando Cornelio)
 AURELIA
 M’intendevo di voi.
 FILIBERTO
 E voi diceste poi: (A Cornelio)
 «Marito fortunato!»
 E lei: «Quando verrà quel dì beato!»
 CORNELIO
400Marito fortunato
 Filiberto chiamai.
 AURELIA
 Ed io di Filiberto sol parlai.
 FILIBERTO
 E parlando di me
 si tenevan le man sì bene unite?
405Buona gente, che dite?
 CORNELIO
 Io lo facea senza pensare a niente.
 AURELIA
 Era una ceremonia indifferente.
 FILIBERTO
 Che ceremonia? Andate via di qua.
 AURELIA
 Oimè mi discacciate?
410Più ben non mi volete?
 FILIBERTO
 Una mendace siete.
 CORNELIO
 Credetemi signor...
 FILIBERTO
                                      Vostro danno.
 AURELIA
 Ahi che dolor! Che affanno!
 Chi mi porge ristoro?
415Filiberto crudele, io manco, io moro. (Finge svenire sopra una sedia)
 CORNELIO
 Povera sventurata,
 per voi quasi è spirata.
 FILIBERTO
 Poverina, davvero!
 Ha il naso freddo freddo.
420Mi muove a compassione.
 CORNELIO