Semiramide, libretto, Torino, Stamperia Reale, 1757, I

 È bella la canzone
 e si suona alle spalle del padrone.
 PORPORINA
520Io sono fidatissima.
 PASQUINO
 Io sono onoratissimo.
 PORPORINA
 Caro il mio padroncin.
 PASQUINO
                                            Padron carissimo.
 FILIBERTO
 Orsù per non far torto all’uno o all’altro,
 già che ha fatto ciascun le parti sue,
525vi licenzio di casa tutti due.
 PASQUINO
 Senti, per causa tua. (A Porporina)
 PORPORINA
                                         Per te bricconne. (A Pasquino)
 (Senta signor padrone.
 Per sgravio di coscienza,
 il povero Pasquin, sappia, è innocente.
530E quel che ho detto non è vero niente).
 FILIBERTO
 Buono!
 PASQUINO
                 (Signor padron, una parola. (A Filiberto piano)
 Per rabbia ho detto mal di Porporina.
 Peraltro ella è innocente, poverina).
 FILIBERTO
 Meglio! Ma io vi credo
535due furbi belli e buoni.
 PASQUINO
 Uh cosa dite!
 PORPORINA
                           Il ciel ve lo perdoni.
 FILIBERTO
 Io non mi fido più.
 PASQUINO
                                      Sarò fedele.
 PORPORINA
 Fedel sarò, sull’onor mio lo giuro.
 PASQUINO
 Sulla mia pudicizia io v’assicuro.
 FILIBERTO
540(Se mando via costoro,
 a trovarne altri due sarò impicciato).
 Orsù v’ho perdonato
 per questa volta ma se un’altra arriva...
 PORPORINA
 Oh caro! (L’accarezzano e accarezzandolo con caricatura l’infastidiscono)
 PASQUINO
                    Oh benedetto!
 A DUE
                                                 Evviva e viva.
 FILIBERTO
 
545   Basta, basta, fermi state.
 Maledetti, mi stroppiate.
 Tocca, tocca, se tu vuoi. (A Porporina)
 Va’ a scherzar co’ pari tuoi. (A Pasquino)
 
    Asinaccio via di qui,
550mi si move tutto il sangue,
 sudo, tosso e par ch’ancora
 stra... stranutar... eh va’ in malora.
 (A Porporina) Tocca, tocca... eccì eccì. (Parte stranutando con furia)
 
 SCENA V
 
 PORPORINA e PASQUINO
 
 PASQUINO
 Per questa volta è andata bene.
 PORPORINA
                                                           In grazia
555del mio giudizio.
 PASQUINO
                                  Sì, gioia mia bella,
 tu sei una ragazza
 che può star, per dottrina, in paragone
 d’Ovidio, Quinto Curzio e Cicerone.
 PORPORINA
 Tutto ho fatto per te.
560Peraltro in vita mia,
 io non so d’aver detta una bugia.
 PASQUINO
 Dunque mi porti amore?
 PORPORINA
 T’amo con tutto il cuore.
 PASQUINO
 Dunque tu mia sarai?
 PORPORINA
565Sì Pasquin, sarò tua se mi vorrai.
 PASQUINO
 Se ti vorrò? Cospetto!
 Non bramo altri che te.
 Per quel tuo bel visino
 lascerei la minestra, il pane e il vino.
 PORPORINA
570Ma quando mi darai...
 PASQUINO
                                            Cosa?
 PORPORINA
                                                          La mano?
 PASQUINO
 Eccola, se la vuoi.
 PORPORINA
 La prenderei ma poi...
 PASQUINO
 Ma poi di che hai paura?
 PORPORINA
 Che tu mi dica il ver non son sicura.
 PASQUINO
575Vuoi che ti mostri il cor, dammi un cortello;
 voglio spaccarmi il petto,
 voglio mostrarti il cor.
 PORPORINA
                                           No, poveretto;
 lo so che mi vuoi bene.
 Ma un po’ di gelosia mi dà martello.
 PASQUINO
580Maledetta disgrazia è l’esser bello!
 PORPORINA
 Quei cari e belli occhietti
 saranno tutti miei?
 PASQUINO
                                      Sì.
 PORPORINA
                                              Quel bocchino
 sarà tutto per me.
 PASQUINO
                                    Sì.
 PORPORINA
                                            Quel visetto
 è tutto, tutto mio?
 PASQUINO
                                    Sì, tutto, tutto.
 PORPORINA
585Io mi sento morire.
 PASQUINO
                                       Io son distrutto.
 PORPORINA
 Stasera...
 PASQUINO
                    Che?
 PORPORINA
                                Faremo...
 PASQUINO
 Che cosa?
 PORPORINA
                      Il matrimonio.
 PASQUINO
 Non potressimo...
 PORPORINA
                                   Cosa?
 PASQUINO
                                                 Farlo adesso...
 PORPORINA
 Così non è permesso.
 PASQUINO
590Ma io non posso più.
 PORPORINA
                                         Ma io già peno.
 PASQUINO
 Vado tutto in sudore.
 PORPORINA
                                         Io vengo meno.
 
    Ohimè, che fuor del petto
 mi vien sul labro il cor.
 Ma su quel bel labretto
595veggo il tuo core ancor.
 
    Dammi il tuo core, oh dio!
 Pigliati, o caro, il mio!
 Piglialo, che tel dono,
 dammilo, per pietà.
 
600   Cosa farai del mio?
 Del tuo cosa farò?
 Perché fedel son io,
 il tuo lo serberò.
 
    Tu che pietà non hai
605me lo strapazerai,
 no, no per carità.
 
 SCENA VI
 
 PASQUINO e DORINDO, il quale vorebbe trattener PORPORINA che parte
 
 DORINDO
 Ehi, Porporina, udite...
 PASQUINO
 Signor cosa comanda
 da Porporina.
 DORINDO
                            Che vuoi tu sapere?
610Va’ via, brutto villano.
 PASQUINO
 Cos’è questo villano?
 Cos’è questo va’ via?
 Cosa pretende lei?
 DORINDO
                                     Quel che mi pare. (Vuol seguir Porporina)
 PASQUINO
 Con grazia, padron mio; (Lo trattiene)
615lo vo’ sapere anch’io.
 DORINDO
 Tu non devi saper quello che passa
 fra Porporina e me. (Non vo’ ch’ei sappia
 che qui Lisaura aspetto).
 PASQUINO
 Porporina dev’esser moglie mia.
620Mi meraviglio di vussignoria.
 DORINDO
 (Mi voglio divertir con questo sciocco).
 Porporina tua sposa?
 Credemi, l’hai sbagliata.
 È la mia innamorata.
 PASQUINO
                                          Come! Oh diavolo!
625Non può star, non sarà, nol posso credere,
 mi vuol ben, me l’ha detto e l’ha giurato.
 DORINDO
 Di te gioco si prende ed ha scherzato.
 PASQUINO
 Ah bugiarda! Ah maliarda;
 adesso, adesso intendo
630perché quando le ho detto
 di far il matrimonio di nascosto
 la furba m’ha risposto:
 «Così non è permesso».
 Femmine, traditore, ingrato sesso.
 
635   Dunque è vostra innamorata. (A Dorindo)
 (Maledetta, disgraziata,
 crepa, schiatta, va’ in malora,
 aver ben non posso un’ora).