L’Arcadia in Brenta, libretto, Milano, Malatesta, 1750

 SCENA XI
 
 Camera in casa di Fabrizio.
 
 Madama LINDORA, poi il conte BELLEZZA
 
 LINDORA
 Ove Laura e Rosanna, ove mai sono?
 Vorrei sedere un poco.
 Chi è di là? V'è nessuno?
 CONTE
455Madama, vi son io.
 LINDORA
 Da sedere... Oh perdoni,
 non v'avevo veduto.
 CONTE
 A tempo son venuto.
 S'accomodi.
 LINDORA
                         Mi scusi.
 CONTE
460Anzi al provido ciel le grazie io mando,
 perché degno mi fe' d'un suo comando.
 LINDORA
 (Non vuo' di divertirmi
 perder la congiontura
 con questa original caricatura). (Da sé)
465Ma chi è lei, mio signore?
 CONTE
 Sono il conte Bellezza,
 un vostro servitore,
 obbligato, divoto e profondissimo.
 LINDORA
 Anzi mio padronissimo.
 CONTE
470Deh, mi conceda l'alto onor sovrano
 di poterli baciar la bianca mano.
 LINDORA
 Olà.
 CONTE
            Che cosa è stato?
 LINDORA
 Voi m'avete toccato
 con troppa confidenza.
475Questa colle mie pari è un'insolenza.
 CONTE
 Leggierissimamente
 alzo la lattea delicata mano
 e con l'avida bocca...
 LINDORA
 No no, che se mi tocca
480l'acuto pelo che vi spunta al mento,
 mi vedrete cader in svenimento.
 CONTE
 Lo farò con tal arte
 che voi ne stupirete,
 siate pietosa, oh dio! se bella siete.
 LINDORA
485(Rider mi fa).
 CONTE
                             Prostrato,
 mia bella, al vostro piede,
 vi domando pietà, grazia, mercede.
 LINDORA
 Via, prendete la mano.
 CONTE
 Cara man...
 LINDORA
                         Piano, piano.
 CONTE
490Ancor non l'ho toccata.
 LINDORA
 L'avete con il fiato insudiciata.
 CONTE
 Andrò cauto anch'in questo.
 Lasciate...
 LINDORA
                      Sono stanca.
 CONTE
 Riposate la man sovra il mio braccio.
 LINDORA
495Che ruvido pannaccio!
 CONTE
 Vi porrò il fazzoletto.
 LINDORA
 Non mi par troppo netto.
 CONTE
 Dunque che far dovrò?
 LINDORA
 Non saprei.
 CONTE
                         Ah, madama, io morirò.
 LINDORA
500Vi vorrei compiacer ma non vorrei
 che la mia compassione...
 CONTE
 Trovata ho un'invenzione
 che non vi spiacerà. La bella mano
 alzate da voi stessa
505e mentr'ella s'appressa al labbro mio
 il labbro inchino e me gl'accosto anch'io.
 LINDORA
 Mi contento.
 CONTE
                          Sian grazie al cielo, al fato,
 generosa madama, io son beato.
 Eccomi, alzate un poco.
510Ancora un poco più.
 LINDORA
                                       Voi mi seccate.
 CONTE
 Ma se non vi fermate
 per un momento solo...