Semiramide, libretto, Torino, Stamperia Reale, 1757, I

 Non val l’obligazione.
 AURELIA
1075Voi mi sposaste senza condizione.
 Voglia o non voglia, alfin vostra son io.
 CORNELIO
 Ho fatto un bel guadagno da par mio.
 FILIBERTO
 Se speraste goder sofrite il danno,
 sopra l’ingannator cade l’inganno.
 PORPORINA
1080Pietà, signor patron.
 PASQUINO
                                        Misericordia.
 FILIBERTO
 Siete qui disgraziati?
 Ancor per questa volta
 vi siano i vostri falli perdonati.
 CORO
 
    Chi lieto giubila,
1085chi tristo geme,
 chi piange e freme,
 chi lieto sta.
 
    Dolente è il core
 del traditore
1090ma l’innocente
 godendo va.
 
 Fine del drama
 
 
 
 IL NEGLIGENTE
 
 
    Dramma giocoso per musica da rappresentarsi nel nuovo teatro de l’Opera Pantomima di Bronsevico, nella fiera d’inverno dell’anno MDCCLX.
 
 ATTORI
 
 FILIBERTO benestante e negligente
 LISAURA sua figlia
 DORINDO amante di Lisaura
 PASQUINO servo di Filiberto
 PORPORINA serva di Filiberto
 AURELIA orfana in casa di Filiberto
 CORNELIO amante di Aurelia
 
    La musica è del signor Vincenzo Ziampi, maestro di capella napolitano.
 
 
 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera in casa di Filiberto.
 
 FILIBERTO e LISAURA
 
 FILIBERTO
 Possibile che un giorno
 non possa star senza pensare a niente?
 Con questo tutto il dì rompersi il capo,
 figlia troppo crudele,
5mi farete morir; voi lo sapete,
 io bramo la mia pace,
 faticare, pensar, m’anoia e spiace.
 LISAURA
 Ah caro padre, come mai potete
 goder la vostra pace
10con una lite intorno
 che se noi la perdiamo
 miserabili affatto oggi restiamo?
 FILIBERTO
 E ci ho da pensar io?
 Vi pensa il mio causidico,
15egli sa il suo mestiere;
 io lo pago e non voglio altro pensiere.
 LISAURA
 Quant’è che a ritrovarlo non andate?
 FILIBERTO
 Stamattina v’andai.
 LISAURA
                                       Lodato il cielo.
 Gli parlaste? Che ha detto?
 FILIBERTO
20Era uscito di casa.
 LISAURA
 Non la finite mai d’uscir da letto.
 Mai ben le cose vostre andar non ponno.
 FILIBERTO
 Oh che dolce dormir quando s’ha sonno!
 LISAURA
 Ho a dirvi un’altra cosa.
 FILIBERTO
25Oimè! Non m’annoiate.
 LISAURA
 Un’altra cosa sola,
 se mi date licenza,
 vi dico e me ne vado.
 FILIBERTO
                                         Oh che pazienza!
 LISAURA
 Io cresco nell’età. Son figlia sola.
30Voi siete un po’ avvanzato
 ed ancor non pensate a darmi stato.
 FILIBERTO
 Oh ci è tempo, ci è tempo,
 ci penseremo.
 LISAURA
                             (A far lo stato mio,
 se non ci pensa lui, ci penso io). (Parte)
 
 SCENA II
 
 FILIBERTO, poi PORPORINA
 
 FILIBERTO
35Non basta il grande impaccio
 di far nascer le figlie ed allevarle,
 pensar anche bisogna a maritarle.
 PORPORINA
 Serva, signor padrone.
 FILIBERTO
                                            Oh Porporina,
 come stiamo in cucina?
 PORPORINA
                                              Ho un’ambasciata
40di premura da farvi.
 FILIBERTO
                                        Io non ho voglia
 di sentir ambasciate,
 me la farai stasera.
 PORPORINA
                                      Oh non ci è tempo
 da perdere, signor. Sentite...
 FILIBERTO
                                                      Oibò.
 Che noia!
 PORPORINA
                     Ha qui mandato
45il causidico vostro...
 FILIBERTO
                                       Oh nome odioso!
 PORPORINA
 A dir che tostamente,
 anzi subitamente,
 vi portiate a palazzo.
 FILIBERTO
 Eh io non son sì pazzo.
50Non mi vo’ scomodare.
 PORPORINA
                                             Vi fa sapere
 esser la vostra causa in spedizione.
 FILIBERTO
 Oh che bella ragione!
 Si spedisca, la nuova aspetterò.
 PORPORINA
 Vi vorrà del denar.
 FILIBERTO
                                     Ne manderò.
55Senti, ho un po’ d’appetito,
 fammi una piatanzina,
 cara mia Porporina.
 PORPORINA
 Ma spicciatevi prima il palazzista.
 O vestitevi e andate
60o almen qualche risposta a lui mandate.
 FILIBERTO
 Ehi Pasquino.
 
 SCENA III
 
 PASQUINO e detti
 
 PASQUINO
                             Signor.
 FILIBERTO
                                             Vien qui.
 PASQUINO
                                                                 Non posso.
 FILIBERTO
 Perché?
 PASQUINO
                  Fo colazione.
 FILIBERTO
 (Poverino, ha ragione).
 Finisci e poi verrai.
 PORPORINA
65(Un più sciocco padron non vidi mai).
 FILIBERTO
 Bisogna compatir la servitù.
 Tutto il dì s’affatica
 e vuol la carità
 che un’ora gli si dia di libertà.
 PASQUINO
70Eccomi. Ho fatto presto?
 FILIBERTO
 Cancaro! Tu sei lesto.
 Senti, andar dovrai...
 Dove ha detto? (A Porporina)
 PORPORINA
                                A palazzo.
 FILIBERTO
 Andrai a palazzo,
75cercherai conto di messer Imbroglio.
 Portagli questa borsa.
 Digli che si ricordi
 di sostener il punto di ragione,
 ch’io son chiamato alla sostituzione;
80digli che il testamento parla chiaro,
 che il testamento io l’ho
 e che, quando bisogni, il cercherò.
 Digli...
 PASQUINO
                Basta, ih ih, che diavol fate?
 Tante cose in un fiato?
85Voi m’avete imbrogliato.
 FILIBERTO
 Te lo tornerò a dir. Oh che fatica!
 Andrai a palazzo.
 PASQUINO
                                  Bene.
 FILIBERTO
                                               Vedrai
 messer Imbroglio.
 PASQUINO
                                     Sì.
 FILIBERTO
                                             E gli darai
 questa borsa.
 PASQUINO
                            Fin qua me ne ricordo.
90E poi?
 FILIBERTO
                E poi che il testamento io l’ho,
 che non l’ho ancor trovato;
 ma ch’io sono chiamato
 alla sostituzione
 e che sostenga ben la mia ragione.
 PASQUINO
95Caro signor padron, fatemi grazia.
 Quella prostituzion cosa vuol dire?
 FILIBERTO
 Sostituzione ho detto.
 PASQUINO
 Ma se poi tutto tutto
 quel non dicessi che diceste voi?
 FILIBERTO
100Oh son stanco, di’ tu che diavol vuoi.
 
    Già te l’ho detto
 cos’hai da fare,
 non mi stancare,
 non m’annoiar.
 
105   Via Porporina,