Semiramide, libretto, Stoccarda, Cotta, 1762

 AURELIA
 Dunque si può sperar che vada bene.
 CORNELIO
 Si può sperar ma dubitar conviene.
 AURELIA
 Voi tre tesa gli avete
 una terribil rete.
265Io un altro laccio ho teso.
 Dalla rete o dal laccio ei sarà preso.
 CORNELIO
 E noi contenti allora,
 senza che della fame
 v’entri il brutto demonio,
270goderem lietamente il matrimonio.
 
    Bel contento è l’esser sposi
 senza aver da sospirar.
 Ma poi tutto si scompiglia
 quando grida la famiglia:
275«Pane, pane, mamma mia»;
 oh che brutta sinfonia
 quando pane più non c’è.
 
    Dura un giorno, un mese o un anno
 il piacer d’amor novello.
280Da principio tutto è bello
 e poi dopo vien l’affanno;
 meglio è stare ognun da sé.
 
 SCENA VIII
 
 AURELIA, poi FILIBERTO
 
 AURELIA
 O bene o mal che sia,
 quando a noialtre donne
285ci vien quest’appettito,