Semiramide, libretto, Stoccarda, Cotta, 1762

 senza filosofar pigliam marito.
 Ma ecco che sen viene
 il signor Filiberto.
 FILIBERTO
                                    Bene, bene, (Verso la scena)
 si farà, si farà, non mi stancate.
290Oh Aurelina, che fate?
 AURELIA
 Benissimo starei,
 se fossi in grazia sua.
 FILIBERTO
 La mia grazia lo sai che tutta è tua.
 AURELIA
 S’accomodi un pochino.
295Guardate, poverino,
 egl’è tutto sudato;
 si sarà affaticato. (Lo asciuga col fazzoletto)
 FILIBERTO
                                   Se lo dico.
 Mi voglion far crepare.
 M’hanno fatto cercare
300una scrittura antica.
 L’ho cercata mezz’ora. Oh che fatica.
 AURELIA
 Eh, signor Filiberto,
 io so che vi vorrebbe
 per sollevarvi da cotanti affanni.
 FILIBERTO
305Sì, mia cara Aurelina,
 dite, che vi vorrebbe?
 AURELIA
                                           Una sposina.
 FILIBERTO
 Una sposina? Sì; ma il matrimonio
 porta seco de’ pesi,