Semiramide, libretto, Stoccarda, Cotta, 1762

 SCENA VIII
 
 Orti pensili.
 
 SCITALCE e SIBARI
 
 SCITALCE
240Come? E tu non ravvisi
 Semiramide in Nino? A me la scopre
 il girar de' suoi sguardi
 placidi al moto, il favellar, la voce,
 la fronte, il labbro e l'una e l'altra gota
245facile ad arrossir, ma più d'ogni altro
 il cor che al noto aspetto
 subito torna a palpitarmi in petto.
 SIBARI
 (Dei! La conobbe) Ah no. Se fosse tale
 al germano Mirteo nota sarebbe.
 SCITALCE
250No, che bambino ei crebbe
 nella reggia de' Battri.
 SIBARI
                                           In Asia ognuno
 la crede estinta.
 SCITALCE
                                Ah più d'ogn'altro amico
 io crederlo dovrei. Tutto fu vero
 quanto svelasti a me. Nel luogo andai
255destinato da lei: venne l'infida,
 meco fuggì, ma poi
 non lungi dalla reggia
 l'insidie ritrovai. Cinto d'armati
 v'era il rivale.
 SIBARI
                            E il conoscesti? (Con timore)
 SCITALCE
                                                          Almeno
260potrei sfogarmi in lui.
 SIBARI
 (Torniamo a respirar: non sa ch'io fui)
 Ma da tanti nemici
 chi ti salvò?
 SCITALCE
                         Fra l'ombre
 del bosco e della notte
265mi dileguai: ma prima
 del Nilo in su la sponda
 l'empia trafissi e la balzai nell'onda.
 SIBARI
 Aimè!
 SCITALCE
               Da quel momento
  pace non so trovar. Sempre ho sugli occhi
270sempre il tuo foglio, il mio schernito foco,
 la sponda, il fiume, il tradimento, il loco.
 SIBARI
 Il foglio mio? Forse lo serbi?
 SCITALCE
                                                      Il serbo
 per gloria tua, per mia difesa.
 SIBARI
                                                         Ah pensa
 alla mia sicurezza; è qui Mirteo.
275Potria per la germana
 vendicarsi con me.
 SCITALCE
                                     Va' pur sicuro.
 A tutti il celerò. Ma corrisponda
 alla mia la tua fé: non dir che Idreno
 in Egitto mi finsi.
 SIBARI
                                    Io tel prometto.
280Ma tu scaccia dall'alma
 quel fallace desio che ti figura
 Semiramide in Nino. Offri a Tamiri
 oggi tranquillo il core
 e dal primo ti sani un nuovo amore.
 
285   Come all'amiche arene
 l'onda rincalza l'onda
 così sanar conviene
 amore con amor.
 
    Piaga d'acuto acciaro
290sana l'acciaro istesso
 ed un veleno è spesso
 riparo all'altro ancor. (Parte)