Semiramide, libretto, Stoccarda, Cotta, 1762

 SCENA IX
 
 Anfiteatro con cancelli chiusi dai lati e trono da una parte.
 
 SEMIRAMIDE con guardie e popolo, SIBARI e IRCANO
 
 IRCANO
 A forza io passerò, vuo' del cimento
 trovarmi a parte anch'io.
 SEMIRAMIDE
                                                Così partisti?
 Qual mai ragion sopra una man pretendi
1010che ricusasti?
 IRCANO
                            Io ricusai la morte,
 avvelenato il nappo
 Sibari avea. Fu suo consiglio ancora,
 la tentata rapina. Egli è l'autore
 d'ogni mio fallo.
 SIBARI
                                 Ah mentitor!
 
 IRCANO
                                                           Sugli occhi
1015del tuo re quest'acciar... (In atto di ferire)
 SEMIRAMIDE
                                               Non più. Per ora
 non voglio esaminar qual sia l'indegno.
 Olà. Si dia della battaglia il segno. (Mentre Semiramide va sul trono, Ircano si ritira da un lato in faccia a lei. Sibari resta alla sinistra del trono, suonano le trombe, s’aprono i cancelli, dal destro de’ quali viene Mirteo e dall’opposto Scitalce, ambedue senza spada, senza cimiero e senza manto)