Semiramide, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1771

 SEMIRAMIDE
 
    Dramma per musica da rappresentarsi nel real teatro di Salvaterra nel carnovale dell’anno 1771.
    In Lisbona, nella Stamperia Reale.
 
 
 ARGOMENTO
 
    È noto per l’istorie che Semiramide ascalonita di cui fu creduta madre una ninfa d’un fonte e nudrici le colombe, giunse ad esser consorte di Nino re degli Assiri, che dopo la morte di lui regnò in abito virile facendosi credere il picciol Nino suo figliuolo, aiutata alla finzione dalla similitudine del volto e dalla strettezza colla quale vivevano non vedute le donne dell’Asia e che alfine riconosciuta per donna, fu confermata nel regno dai sudditi che ne avevano esperimentata la prudenza ed il valore.
    L’azione principale del dramma è questo riconoscimento di Semiramide, al quale per dare occasione e per togliere nel tempo istesso l’inverisimilitudine della favolosa origine di lei, si finge che fosse figlia di Vessore re di Egitto, che avesse un fratello chiamato Mirteo educato da bambino nella corte di Zoroastro re de’ Battriani, che s’invaghisse di Scitalce principe d’una parte dell’Indie, il quale capitò nella corte di Vessore col finto nome d’Idreno, che non avendolo potuto ottenere in isposo dal padre fuggisse seco, che questi nella notte istessa della fuga la ferisse e gettasse nel Nilo per una violenta gelosia fattagli concepire per tradimento da Sibari suo finto amico, e non creduto rivale, e che indi, sopravvivendo ella a questa sventura, peregrinasse sconosciuta e che poi le avvenisse quanto d’istorico si è accennato di sopra.
    Il luogo in cui si rappresenta l’azione è Babilonia, dove concorrono diversi principi pretendenti al matrimonio di Tamiri principessa ereditaria de’ Battriani, tributaria di Semiramide creduta Nino.
    Il tempo è il giorno destinato da Tamiri alla scelta del suo sposo, quale scelta chiamando in Babilonia il concorso di molti principi stranieri, altri curiosi della pompa, altri desiderosi dell’acquisto, somministra una verisimile occasione di ritrovarsi Semiramide nel luogo istesso e nell’istesso giorno col fratello Mirteo, coll’amante Scitalce e col traditore Sibari, e che da tale incontro nasca la necessità del di lei scoprimento.
 
 
 MUTAZIONI DI SCENE
 
    Nell’atto primo: gran portico del palazzo reale corrispondente alle sponde dell’Eufrate, trono da un lato, alla sinistra del quale un sedile più basso per Tamiri, in faccia al suddetto trono tre altri sedili, ara nel mezzo col simulacro di Belo Deità de’ Caldei; gran ponte praticabile con statue, vista di tende e soldati sull’altra sponda; orti pensili.
    Per il primo ballo: bosco che poi si cangia nella reggia di Teti.
    Nell’atto secondo: sala regia illuminata in tempo di notte, varie credenze intorno con vasi trasparenti, gran mensa imbandita nel mezzo con quattro sedili intorno ed una sedia in faccia; appartamenti terreni.
    Per il secondo ballo: bosco che poi si cangia in giardino.
    Nell’atto terzo: campagna su le rive dell’Eufrate, mura de’ giardini reali da un lato con cancelli aperti, navi nel fiume che ardono; gabinetti reali; anfiteatro con cancelli chiusi dai lati e trono da una parte.
 
 
 ATTORI
 
 SEMIRAMIDE in abito virile sotto nome di Nino re degl’Assiri, amante di Scitalce conosciuto ed amato da lei antecedentemente nella corte d’Egitto come Idreno
 (il signor Giambattista Vasques)
 MIRTEO principe reale d’Egitto fratello di Semiramide da lui non conosciuta ed amante di Tamiri
 (il signor Giovanni Ripa)
 IRCANO principe scita amante di Tamiri
 (il signor Luigi Torriani)
 SCITALCE principe reale d’una parte dell’Indie, creduto Idreno da Semiramide, pretensore di Tamiri ed amante di Semiramide
 (il signor Carlo Reyna)
 TAMIRI principessa reale de’ Battriani amante di Scitalce
 (il signor Giuseppe Orti)
 SIBARI confidente ed amante occulto di Semiramide
 (il signor Giuseppe Romanini)
 
 Coro di grandi del regno e popolo, tutti virtuosi della Real Cappella di sua maestà fedelissima.
 
 Comparse: cavalieri, custodi, paggi, guardie reali, soldati assiri, soldati indiani, soldati egizzi, soldati sciti, popolo spettatore.
 
    Il dramma è del celebre abate Metastasio, poeta cesareo. La musica è del celebre Jommelli, maestro di cappella pensionario all’attual servizio di sua maestà fedelissima. Le scene sono d’invenzione del signor Giacomo Azzolini, architetto teatrale all’attual servizio di sua maestà fedelissima. Le macchine e decorazioni sono del signor Petronio Mazzoni, macchinista all’attual servizio di sua maestà fedelissima. Li abiti de’ virtuosi cantanti e ballerini sono del signor Paolo Solenghi all’attual servizio di sua maestà fedelissima.
 
 
 BALLI
 
    Li balli sono d’invenzione del signor Francesco Sauveterre ed eseguiti dalli seguenti: signor Andrea Alberti, signor Benedetto Lombardi, signor Tommaso Zucchelli, signor Paolo Orlandi, signor Giambattista Flambò, signor Teofilo Corazzi, signor Carlo Vitalba, signor Francesco Zucchelli, signor Pietro Colonna, signor Nicola Midossi, tutti all’attual servizio di sua maestà fedelissima.
    Sugetto del primo ballo: Il ratto di Europa. Del secondo ballo: Amor vendicato.
    Gli abbattimenti sono d’invenzione del signor Pietro Antonio Faveri veneziano, maestro di spada del real Collegio de’ Nobili di Lisbona.