Semiramide, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1771

 è un poco sempliciotto; ma talvolta
 un mezzo scimunito
 suol esser per la donna un buon marito.
 DORINDO
165Quella giovine bella.
 PORPORINA
                                        Oh mio padrone,
 chi dimanda?
 DORINDO
                             Trovai la porta aperta.
 L’ardir mio condonnate.
 PORPORINA
 Quando trovate aperto e voi entrate.
 DORINDO
 Il signor Filiberto
170è in casa?
 PORPORINA
                     È in casa.
 DORINDO
                                         Si potria vedere?
 PORPORINA
 Se avete da parlar di qualche affare,
 difficile sarà.
 DORINDO
 Per dir la verità,
 so che siete una giovine prudente;
175di veder lui non me n’importa niente.
 Lisaura bramerei...
 PORPORINA
                                      Ah, ah, v’ho inteso.
 Garbato signorino,
 non cercate Marforio ma Pasquino.
 DORINDO
 A voi mi raccomando.
180Permettete che io possa
 dirle almen due parole.
 PORPORINA
 Oh no no, non si puole.
 Andate via.
 DORINDO
                        Possibile che siate
 tanto crudele.
 PORPORINA
                            Andate via, vi dico.
 DORINDO
185Vi sarò buon amico.
 So il mio dover.
 PORPORINA
                                Come sarebbe a dire?
 DORINDO
 Io vi regalerò.
 PORPORINA
                             Questi futuri
 non mi piacciono punto. Andate via.
 DORINDO
 Vi prego in cortesia.
 PORPORINA
                                        No no, non posso.
 DORINDO
190Ma perché non potete?
 Porporina, tenete
 questa piccola borsa
 per caparra di quel ch’io vi darò.
 PORPORINA
 Signor no, signor no.
 DORINDO
195Eh via.
 PORPORINA
                 La non s’incomodi.
 DORINDO
 Mi fate torto.
 PORPORINA
                           Non vorrei...
 DORINDO
                                                    Prendete.
 PORPORINA
 Grazie, grazie. Voi siete (Prende la borsa)
 veramente garbato.
 DORINDO
 D’un core innamorato
200movetevi a pietà.
 PORPORINA
 Sentite; andate là,
 Lisaura è sola sola,
 il padre è negligente
 e alla figlia non pensa niente, niente.
 DORINDO
205Dunque vado.
 PORPORINA
                             Sì andate.
 Ma! Giudizio.
 DORINDO
                             No no, non dubitate,
 abbiam Lisaura ed io
 lo stesso naturale;
 tra lei e me non vi puol esser male.
 PORPORINA
210Quand’è così, mi fido;
 e poi son di buon core.
 Io non posso veder patir nessuno.
 Spezialmente quand’uno
 è, come siete voi, gentil così,
215m’adoprerei per lui la notte e il dì.
 
    Non posso soffrire
 vedervi languire;
 ho un cor tropo tenero,
 vi voglio aiutar.
 
220   (Perché non è avaro,
 non prezza il danaro
 lo vo’ consolar).
 Ho un cor troppo tenero,
 vi voglio aiutar.
 
 SCENA VI
 
 DORINDO solo
 
 DORINDO
225Dice ben Porporina, dice bene,
 chi vuole esser contento
 vi vuol l’oro e l’argento.
 Chi non ha capitale
 colle donne oggidì la passa male. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 Altra camera nella stessa casa.
 
 AURELIA e CORNELIO
 
 AURELIA
230Sì sì, Cornelio mio,
 amami di buon cor, che t’amo anch’io.
 CORNELIO
 Circa all’amor, mia cara,
 non v’è niente che dir. Siamo felici,
 tu mi vuoi bene a me;
235io voglio bene a te. Ma il punto sta
 che tu dote non hai,
 che io poderi non ho, non ho mestiere;
 e non vorrei che avesse
 il gusto dell’amor presto a finire
240e ci avessimo poi, cara, a pentire.
 AURELIA
 Per questo è ch’io procuro
 allettar co’ miei vezzi
 il signor Filiberto,
 il quale, incatenato
245da quell’arti che a lui poco son note,
 mi vorrà bene e mi farà la dote.
 CORNELIO
 Io per un’altra strada
 tento la nostra sorte.
 Ti è noto quella lite
250che contro Filiberto
 mossa ha il conte?
 AURELIA
                                    Lo so.
 CORNELIO
                                                 Sappi che siamo
 interessati nella lite in terzo.
 Io per il primo, il conte e ser Imbroglio.
 AURELIA
 Come! Ancor ser Imbroglio?
255Di Filiberto istesso
 il causidico ancora?
 CORNELIO
                                       Sì, ti pare
 cosa strana? È così. Siam tre d’accordo
 per mandarlo in rovina.
 Il conte fa la principal figura;
260Imbroglio al precipizio apre la strada;
 io vo tenendo Filiberto a bada.
 AURELIA
 Dunque si può sperar che vada bene.
 CORNELIO
 Si può sperar ma dubitar conviene.
 AURELIA
 Voi tre tesa gli avete
265una terribil rete.
 Io un altro laccio ho teso.