Semiramide, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1771

 SCENA IV
 
 SEMIRAMIDE, IRCANO e MIRTEO
 
 SEMIRAMIDE
 (Conoscerai fra poco
 che son pietosa e non crudel).
 MIRTEO
                                                        Perdona,
 signor, s'io troppo ardisco. Il tuo comando
530Scitalce a un punto e la mia speme oltraggia.
 IRCANO
 Perché mi si contende
 il trionfar di lui?
 SEMIRAMIDE
                                  Chi mai t'intende?
 Or Tamiri non curi ed or la brami.
 MIRTEO
 Ma tu l'ami o non l'ami?
 IRCANO
535Nol so.
 SEMIRAMIDE
                Se amavi allor, come in te nacque
 d'un rifiuto il desio?
 IRCANO
 Quante richieste! Al fine
 che vorreste da me?
 SEMIRAMIDE
                                        Da te vorrei
 ragion dell'opre tue.
 MIRTEO
                                        Saper desio
540qual core in seno ascondi.
 SEMIRAMIDE
 Spiegati.
 MIRTEO
                    Non tacer.
 SEMIRAMIDE
                                         Parla.
 MIRTEO
                                                      Rispondi.
 IRCANO
 
    Saper bramate
 tutto il mio core?
 Non vi sdegnate,
545lo spiegherò.
 
    Mi dà diletto
 l'altrui dolore,
 perciò d'affetto
 cangiando vo.
 
550   Il genio è strano,
 lo veggo anch'io;
 ma tento invano
 cangiar desio,
 l'istesso Ircano
555sempre sarò. (Parte)