Semiramide, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1771

805vo’ che l’ingannator resti ingannato.
 LISAURA
 Come mai?
 DORINDO
                         Sol mi basta
 che al vostro genitore
 sottoscriver facciate questa carta. (Cava dalla tasca un foglio)
 S’egli, ch’è negligente,
810senza leggerlo prima,
 oggi soscrive il foglio,
 scherniremo Cornelio e ser Imbroglio.
 LISAURA
 Tutto per voi farò. Già il padre mio
 si contenta che io
815vi prenda per mio sposo.
 DORINDO
                                                E questo è bene.
 Profittarsi conviene
 della sua negligenza.
 Ditegli che la carta
 contien di nostre nozze il sol contratto.
820Ei vi metta il suo nome e il colpo è fatto.
 LISAURA
 Non vorrei d’un inganno
 esser tacciata poi.
 DORINDO
                                   Non dubitate.
 Questa è l’ultima moda;
 l’inganno, se va bene, ancor si loda.
 
825   Pria ritornare al fonte
 vedrai torrente altero
 che all’amor mio sincero
 tempre vedrai cangiar.
 
    Né per ingiurie ed onte
830d’avversa iniqua stella,
 questo mio core amante
 della sua fiamma bella
 mai si potrà scordar.
 
 SCENA VIII
 
 LISAURA sola
 
 LISAURA
 Giusti dei, v’è nel mondo
835cotanta iniquità. V’è su la terra
 chi temerario ardisce
 rapir l’altrui con esecrando eccesso?
 E lo soffrono i numi? E stride invano
 il folgore di Giove?
840Dove si cela, dove
 l’empio che il genitor tradire aspira?
 Seco voglio sfogar lo sdegno e l’ira.
 Ma no, femmina imbelle
 che dir, che far potrei?
845Crudelissimi dei,
 perché non mi è concesso
 potermi cimentar col viril sesso?
 Farei veder ben io
 che ancor nel petto mio si cela un core,