Semiramide, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1771

 SCENA III
 
 SIBARI solo
 
 SIBARI
705Quell'ira ch'io destai
 molto giovar mi può. Scitalce estinto
 dal timor mi difende
 ch'ei palesi il mio foglio;
 e di lei che m'accende
710un inciampo mi toglie al letto e al soglio.
 Questa dolce lusinga
 di delitto in delitto, oh dio, mi guida;
 ma il rimorso or che giova?
 Quando il primo è commesso,
715necessario diventa ogn'altro eccesso.
 
    Or che sciolta è già la prora
 sol si pensi a navigar.
 
   Quando fu nel porto ancora
 era bello il dubitar. (Parte)