Semiramide, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1771

 SCENA ULTIMA
 
 MIRTEO, SCITALCE, poi TAMIRI e detti
 
 MIRTEO
 (Al traditore in faccia il sangue io sento
880agitar nelle vene). (Guardando Scitalce)
 SCITALCE
                                     (Io sento il core
 agitarsi nel petto in faccia a lei). (Guardando Semiramide)
 SEMIRAMIDE
 (Spettacolo funesto agli occhi miei!) (Due capitani delle guardie presentano l’armi a Scitalce e a Mirteo e si ritirano appresso i cancelli. Mentre Mirteo e Scitalce si muovono per combattere esce frettolosa Tamiri)
 TAMIRI
 Ah fermari Mirteo. Sai ch'io non voglio
 più vendetta da te.
 MIRTEO
                                     Vendico i miei,
885non i tuoi torti; è un traditor costui,
 mentisce il nome; egli s'appella Idreno,
 egli la mia germana
 dall'Egitto rapì.
 SIBARI
                                (Stelle che fia!)
 SCITALCE
 Saprò qualunque io sia...
 SEMIRAMIDE
                                                Mirteo, t'inganni.
 MIRTEO
890Nella reggia d'Egitto
 Sibari lo conobbe, egli l'afferma.
 SIBARI
 (Aimè!)
 SCITALCE
                   Che! Mi tradisci, (A Sibari)
 perfido amico! È ver, mi finsi Idreno:
 è ver la tua germana
895là del Nilo alle sponde
 rapii, trafissi e la gittai nell'onde.
 MIRTEO
 Empio! Inumano!
 SCITALCE
                                    In questo foglio vedi (Cava il foglio)
 s'ella fu, s'io son reo.
 Sibari lo vergò, leggi, Mirteo. (Lo dà a Mirteo)
 SIBARI
900(Tremo).
 SEMIRAMIDE
                    (Che foglio è quello?)
 MIRTEO
                                                             «Amico Idreno. (Legge)
 Ad altro amante in seno
 Semiramide tua porti tu stesso;
 l'insidia è al Nilo appresso. Ella che brama
 solo esporti al periglio
905di doverla rapir, ti finge amore,
 fugge con te ma col disegno infame
 di privarti di vita
 e poi trovarsi unita
 a quello a cui la stringe il genio antico.
910Vivi; ha di te pietà Sibari amico».
 SEMIRAMIDE
 (Stelle! Che inganno orredo!)
 MIRTEO
 Sibari, io non t'intendo. In questo foglio
 tu di Scitalce amico, e pur poc'anzi
 da me, lo sai, tu lo volevi oppresso.
915Come amico e nemico
 di Scitalce esser può Sibari istesso?
 SIBARI
 Allor... (Mi perdo... ) Io non credea... Parlai...
 MIRTEO
 Perfido, ti confondi. Ah Nino, è questi
 un traditor: da' labbri suoi si tragga
920a forza il ver.
 SEMIRAMIDE
                           (Se qui a parlar l'astringo
 al popolo ei mi scopre). In chiuso loco
 costui si porti e sarà mia la cura
 che tutto ei sveli.
 SIBARI
                                  A che portarmi altrove?
 Qui parlerò.
 SEMIRAMIDE
                          No, vanne; i detti tuoi
925solo ascoltar vogl'io.
 SCITALCE
 Perché?
 MIRTEO
                  Resti.
 IRCANO
                               Si senta.
 SIBARI
                                                 Udite.
 SEMIRAMIDE
                                                               (Oh dio!)
 SIBARI
 Semiramide amai. Lo tacqui, intesi
 l'amor suo con Scitalce. A lei concessi
 agio a fuggir; quanto quel foglio afferma
930finsi per farla mia.
 SCITALCE
                                     Fingesti? Io vidi
 pure il rival, vidi gli armati.
 SIBARI
                                                     Io fui
 che mal noto fra l'ombre
 sul Nilo v'attendea. Volli assalirti
 vedendoti con lei
935ma fra l'ombre in un tratto io vi perdei.
 SCITALCE
 Ah perfido! (Che feci!)
 SIBARI
                                             Udite; ancora
 molto mi resta a dir.
 SEMIRAMIDE
                                        Sibari, basta.
 IRCANO
 No; pria si chiami autore
 de' falli apposti a me.
 SIBARI
                                          Tutti son miei.
 SEMIRAMIDE
940Basta, non più.
 SIBARI
                               No, non mi basta.
 SEMIRAMIDE
                                                                 (Oh dei!)
 SIBARI
 Giacché perduto io sono,
 altri lieto non sia. Popoli, a voi
 scopro un inganno, aprite i lumi; ingombra
 una femina imbelle il vostro impero...
 SEMIRAMIDE
945Taci. (È tempo d'ardir). Popoli, è vero. (S’alza in piedi sul trono)
 Semiramide io son; del figlio invece
 regnai finor ma per giovarvi. Io tolsi
 del regno il freno ad una destra imbelle
 non atta a moderarlo; io vi difesi
950dal nemico furor; d'eccelse mura
 Babilonia adornai;
 coll'armi io dilatai
 i regni dell'Assiria. Assiria istessa
 dica per me se mi provò finora
955sotto spoglia fallace
 ardita in guerra e moderata in pace.
 Se sdegnate ubbidirmi, ecco depongo
 il serto mio; non è lontano il figlio; (Depone la corona sul trono)
 dalla reggia vicina
960porti sul trono il piè.
 CORO
 
    Viva lieta e sia regina
 chi finor fu nostro re. (Semiramide si ripone in capo la corona)
 
 MIRTEO
 Ah germana!
 SEMIRAMIDE
                           Ah Mirteo! (Scende dal trono ed abbraccia Mirteo)
 SCITALCE
                                                  Perdono, o cara. (S’inginocchia)
 Son reo...
 SEMIRAMIDE
                     Sorgi e t'assolva
965della mia destra il dono. (Porge la mano a Scitalce)
 SCITALCE
                                                Oh dio, Tamiri,
 coll'idol mio sdegnato
 io ti promisi amor.
 TAMIRI
                                      Tolgano i numi
 ch'io turbi un sì bel nodo; in questa mano
 ecco il premio, o Mirteo, da te bramato. (Dà la mano a Mirteo)
 SCITALCE
970Anima generosa!
 MIRTEO
                                  Oh me beato!
 IRCANO
 Lasciatemi svenar Sibari e poi
 al Caucaso natio torno contento.
 SEMIRAMIDE
 D'ogni esempio maggiori,
 principe, i casi miei vedi che sono; (Ad Ircano)
975sia maggior d'ogni esempio anche il perdono.
 CORO
 
    Donna illustre, il ciel destina
 a te regni, imperi a te.
 
    Viva lieta e sia regina
 chi finor fu nostro re.
 
 Il fine