L’Arcadia in Brenta, libretto, Milano, Malatesta, 1750

 SCENA III
 
 CONTE e detti
 
 CONTE
1155Nostro eroe, nostro nume, (A Fabrizio)
 giacché nel principato
 anco per questo dì fui confermato,
 impongo che si faccia
 una solenne strepitosa caccia.
1160I cacciator son lesti,
 sono i cani ammaniti, altro non manca
 che il generoso core
 d'ospite così degno
 supplisca dal suo canto al grande impegno.
 FABRIZIO
1165Come sarebbe a dir?
 CONTE
                                         Poco e polito.
 Un sferico pasticcio,
 due volatili alessi,
 un quadrupede arrosto,
 torta, latte, insalata e pochi frutti
1170e poi il di lei bel cor contenta tutti.
 FABRIZIO
 Ah non vuol altro? Sì, sarà servito.
 Stamane il desinar sarà compito.