Il trionfo di Clelia, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1774

 se di me mi scordai, come di lei
 rammentar mi potea? Stelle! Io mi trovo
210d’una amica rival! Che far? Se parlo,
 s’irriterà. Se taccio,
 tradisco l’amistà. Potrei con arte
 custodire il mistero
 senza tradir... No; chi ricorre all’arti,
215benché ancor non tradisca, è sul cammino.
 L’artificio alla frode è assai vicino.
 
    Non ho il core all’arti avvezzo;
 non v’è ben per me sincero,
 se comprar si deve a prezzo
220d’innocenza e di candor.
 
    Qual acquisto è che ristori
 dall’angustie, da’ timori,
 dal disprezzo di sé stesso,
 dall’accuse d’un rossor. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 Luogo vastissimo presso le mura di Canopo festivamente adornato per il trionfale ingresso e per l’incoronazione del nuovo re. Ricco ed elevato trono alla destra, a piè del quale lateralmente situati alcuni de’ sacri ministri che sostengono sopra bacili d’oro le insegne reali. Grande e maestoso arco trionfale in prospetto. Vari ordini di logge all’intorno, popolate di musici e di spettatori. Vista dell’armata egizia vincitrice ordinata in lontano.
 
 Si vedrà avanzare e passare sotto l’arco preparato a tal fine il nuovo re vincitore a cavallo, preceduto dalla sua guardia reale e nobili egizi. Seguito da oratori delle suddite provincie co’ loro respettivi tributi, circondato da paggi e da schiavi etiopi. E finalmente seguito da folta ed ordinata schiera di soldati vincitori.
 Mentre fra lo strepito armonioso di musica, di timpani, di sistri e d’altri stromenti s’avanza AMASI, smonta da cavallo assistito da SAMMETE ed AMENOFI e va sul trono, si canta il seguente
 
 CORO
 
225   Si scordi i suoi tiranni,
 sollevi il ciglio afflitto,
 ponga in oblio l’Egitto
 gli affanni che provò.
 
 PARTE DEL CORO
 
    Se il cielo è più sereno,
230se fausti raggi or spande,
 Amasi il giusto, il grande
 è l’astro che spuntò.
 
 CORO
 
    Si scordi i suoi tiranni,
 sollevi il ciglio afflitto,
235ponga in oblio l’Egitto
 gli affanni che provò.
 
 AMASI
 Non rendono superbi, (Dal trono in piedi)
 popoli al ciel diletti, i miei sudori
 o i marmarici allori
240o la vinta Pentapoli o Cirene.
 M’innalza, mi sostiene,
 il soglio ad occupar mi dà valore
 quel consenso d’amore
 che da ogni labbro ascolto,
245che leggo in ogni volto,
 che spero in ogni cor. Tenero padre
 ah mentre io veglio a rendervi felici,
 ah voi da’ numi amici,
 figli, implorate a chi donaste il trono
250vigor, virtù che corrisponda al dono. (Siede)
 CORO
 
    Si scordi i suoi tiranni,
 sollevi il ciglio afflitto,
 ponga in oblio l’Egitto
 gli affanni che provò.
 
 SCENA VII
 
 BUBASTE, NITTETI e detti
 
 BUBASTE
255Signor, t’arride il ciel. L’unica prole
 dell’oppresso tiranno
 ch’estinta si credea, colà del Nilo
 da noi scoperta in su l’opposta riva,
 ecco al tuo piede e prigioniera e viva. (Additando Nitteti)
 AMASI
260Come! Nitteti? In così vili spoglie (S’alza e scende)
 l’egizia principessa?
 NITTETI
                                        Illustri assai
 eran per me, se dalle tue catene
 m’avessero difeso.
 AMASI
                                     Ah quai catene?
 Da chi? Perché? Non sai
265forse che Amasi è il re? Da che nascesti
 nella reggia paterna innanzi agli occhi
 forse ognor non ti fui? Quali osservasti
 segni in me d’alma rea? No; non può darsi
 ingiustizia maggiore,
270insulto più crudel del tuo timore.
 AMENOFI
 Oh magnanimo!
 BUBASTE
                                 Oh grande!
 NITTETI
                                                        Amasi, il sai,
 fu real la mia cuna; e se pretendo
 evitar d’esser serva, io non t’offendo.
 AMASI
 Tu serva! Olà, Sammete,
275ai soggiorni più degni
 dell’albergo reale in vece mia
 scorgi Nitteti.
 SAMMETE
                            Ubbidirò. (Che pena!
 Beroe m’attenderà!)
 AMASI
                                        Bubaste, amici,
 seguitela fintanto
280che raggiungervi io possa. Aperti a lei
 sian gli egizi tesori;
 si rispetti; si onori; e i cenni suoi,
 come a me lo saran, sian legge a voi.
 NITTETI
 Signor, non più. Quest’è vendetta.
 AMASI
                                                                È vero,
285m’oltraggiasti; son punto; e a vendicarmi
 appena incominciai. Maggior vendetta
 dall’offeso mio cor, Nitteti, aspetta.
 NITTETI
 
    Già vendicato sei;
 già tua conquista io sono;
290più non t’invidio il trono,
 padre t’adoro e re.
 
    Tutto dai fausti dei,
 tutto or l’Egitto attenda
 e in me frattanto apprenda
295che può sperar da te. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 AMASI, AMENOFI e seguito
 
 AMASI
 Amenofi, ove vai? (Ad Amenofi che s’incammina per seguitar Nitteti)
 AMENOFI
                                     Come imponesti,
 sieguo Nitteti.
 AMASI
                             No. Ferma. Vogl’io
 parlarti, o prence.
 AMENOFI
                                    Adoro il cenno. (Oh dio!) (Guardando con tenerezza presso a Nitteti)
 AMASI
 Di gran fede ho bisogno. E tanta altrove
300come in te non ne spero. Io l’ammirai
 quando dal soglio avito
 pria che farti ribelle al tuo signore,
 discacciar ti lasciasti. Atto sì grande