Il trionfo di Clelia, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1774

 SCENA X
 
 ORAZIO solo
 
 ORAZIO
 Che crudel sacrificio
 Roma tu vuoi da me! L'avrai. Saranno
 prezzo gli affetti miei
335della tua libertà. Sarò... Ma dunque
 altro scampo non v'è? Dunque son tutti
 ottusi i nostri acciari? Estinto in noi
 dunque è il natio coraggio? Ah no. Si pugni
 e trionfino in campo
340il valor, la giustizia... Oh dio! Felici
 sempre in campo non sono
 la giustizia, il valor; né dell'insana
 sorte al capriccio avventurar degg'io
 della patria il destino. E a tal novella
345che mai Clelia dirà? Forza che basta
 ben mi sent'io nel sen; ma il suo dolore
 mi sgomenta, m'opprime. In questo istante
 in faccia a lei d'articolar parole
 capace io non sarei.
350Questo pensier m'opprime o sommi dei!
 
    Così fra doppio vento
 dubbio nocchier talora
 a combattuta prora
 dove girar non sa.
 
355   Che se al viaggio intento
 l'uno seguir procaccia,
 l'altro si prova in faccia
 che trattener lo fa.
 
 Fine dell’atto primo