Il trionfo di Clelia, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1774

 E pretendi?... E non vuoi...
 SAMMETE
405Se intendo i detti tuoi m’atterri, o cara,
 un fulmine del ciel.
 BEROE
                                      Che! Non dicesti
 tu stesso or or che per voler del padre
 a Nitteti...
 SAMMETE
                      A Nitteti
 mi vuol servo e non sposo
410il padre mio. Qual mentitor ti venne
 a recar tai novelle?
 BEROE
                                     Un che si vanta
 tuo vero amico, e di Dalmiro il nome
 meco ti diè.
 SAMMETE
                         Stelle! Amenofi! Ah dunque
 fola non è. Ma si spiegò? Ti disse
415onde il sapea?
 BEROE
                             No; ma parlò sicuro.
 SAMMETE
 Nulla, ben mio, lo giuro
 ai numi, a te, del minacciato nodo
 nulla seppi finora; e ingiusta sei,
 se mi temi incostante.
 BEROE
420Vuoi che non tema e mi conosci amante?
 SAMMETE
 No; temer tu non dei. Tuo mi promisi
 e tuo, Beroe, io sarò.
 BEROE
                                        Ma come al cenno
 d’un padre opporti?
 SAMMETE
                                        Io so per me qual sia
 del genitor la tenerezza. Ah lascia,
425lasciane a me tutta la cura. Ah solo
 di’ se in fronte una volta il cor mi vedi,
 se sei tranquilla e se fedel mi credi?
 BEROE
 
    Sì, ti credo, amato bene,
 son tranquilla e in quella fronte
430veggo espresso il tuo bel cor.
 
 SAMMETE
 
    Se mi credi, amato bene,
 d’ogni rischio io vado a fronte
 né tremar mi sento il cor.
 
 BEROE
 
    Non lasciarmi, o mio tesoro.
 
 SAMMETE
 
435Tutta in pegno hai la mia fé.
 
 A DUE
 
    Ah sovvengati ch’io moro,
 se il destin t’invola a me.
 
    Compatite il nostro ardore
 voi bell’alme innamorate;
440e il poter d’un primo amore
 ricordatevi qual è. (Partono da diversi lati)
 
 Fine dell’atto primo
 
 
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Galleria nella reggia.
 
 BEROE sola
 
 BEROE
 
    Povero cor tu palpiti
 né a torto in questo dì
 tu palpiti così,
445povero core!
 
    Si tratta, oh dio! di perdere
 per sempre il caro ben
 che di sua mano in sen
 m’impresse amore.
 
450Troppo, ah troppo io dispero;
 m’ama Sammete, è vero;
 ma che potrà lo sventurato in faccia
 ad un padre che alletta, a un re che sforza,
 a un merto che seduce? Il grado mio,
455gli altrui consigli... il suo decoro... oh dio!
 
    Povero cor tu palpiti
 né a torto in questo dì
 tu palpiti così,
 povero core!
 
 SCENA II
 
 NITTETI turbata in abito di principessa e detta
 
 NITTETI
460Ah cara, ah fida amica,
 son fuor di me.
 BEROE
                               Che avvenne?
 NITTETI
                                                           Ogni mia speme
 è svanita, è delusa.
 M’offre il padre a Sammete, ei mi ricusa.
 BEROE
 (Oh fedeltà!)
 NITTETI
                           L’avresti
465potuto immaginar! Come io mi sento
 dirti, amica, non so. L’amore offeso,
 la vergogna, il disprezzo... Audace! Ingrato!
 BEROE
 (Mi fa pietà).
 NITTETI
                            Qualche segreto affetto,
 credimi, mi prevenne.
 BEROE
                                            (È un tradimento
470il mio silenzio).
 NITTETI
                                Ah conoscessi almeno
 la felice rival! Almen...
 BEROE
                                            Perdona,
 amata principessa, il fallo mio.
 NITTETI
 Perdon! Di che?
 BEROE
                                 La tua rival son io.
 NITTETI
 Come!
 BEROE
                Rival ti sono;
475ma...
 NITTETI
             Che! T’ama Sammete?
 BEROE
                                                         Il credo.
 NITTETI
                                                                           E l’ami?
 BEROE
 Più di me stessa.
 NITTETI
                                  E il tuo Dalmiro?
 BEROE