Il trionfo di Clelia, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1774

 SCENA X
 
 Fabbriche antiche alla riva toscana del Tevere, sopra di cui il ponte Sublicio che nasconde uno de’ suoi capi alla sinistra fra gli antichi nominati edifici e lascia visibile l’altro sull’opposta sponda del fiume. Prospetto di Roma in lontano.
 
 All’aprirsi della scena si vedono fuggir verso di Roma i pochi custodi del ponte sorpresi dall’arrivo de’ toscani che in ordine lentamente s’inoltrano dalla sinistra sul medesimo. Indi ORAZIO entrando dalla destra sul ponte abbandonato s’avvanza dicendo:
 
 ORAZIO
 No, traditori, in ciel di Roma il fato
 non è deciso ancor. Sarà bastante
 a punir scelleragine sì nera
 Orazio sol contro l'Etruria intera.
 (Affronta i nemici a mezzo il ponte; si combatte, si vedono cader nel fiume uccisi ed urtati alcuni de’ toscani che finalmente cedendo lasciano libero il ponte. Orazio allora tornando alcun passo indietro parla a’ suoi)
590Ecco il tempo o Romani. Ardir; gli dei
 pugnan per noi. Quest'unico si tronchi
 passo a' nemici. Alle mie spalle il ponte
 rovinate, abbattete. Il ferro, il fuoco
 s'affretti all'opra. Intanto il varco io chiudo;
595e il petto mio vi servirà di scudo.