Il trionfo di Clelia, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1774

 nulla ho promesso a lei. Quand’io la siegua,
665non dee Beroe sdegnarsi. (In atto di partire)
 AMENOFI
                                                  Odi; t’arresta.
 Qual favella è mai questa? Io non ritrovo
 senso ne’ detti tuoi. Non sembra intero,
 caro prence, il tuo senno.
 SAMMETE
                                                È vero, è vero;
 son fuor di me. Perdona;
670la ragion m’abbandona. Ah, chi pretende
 ragion da un disperato?
 Non l’ha chi non la perde in questo stato.
 
    Mi sento il cor trafiggere;
 presso a morir son io
675e non ritrovo, oh dio!
 chi mi trafigge il cor.
 
    Non so dove mi volgere;
 indarno i numi invoco;
 e il duolo a poco a poco
680degenera in furor. (Parte)
 
 SCENA IX
 
 NITTETI e AMENOFI
 
 NITTETI
 Sammete ama da vero; e amato teme
 di perdere il suo bene; ad ogni eccesso
 può il dolor trasportarlo. Al suo dolore
 deh non l’abbandonar. Le parti adempi
685d’un fido amico. Io ti dovrò la cura
 che avrai di lui.
 AMENOFI