Il trionfo di Clelia, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1774

 SCENA PRIMA
 
 Orti pensili corrispondenti alle interne camere di Clelia, circondati di balaustre e cancelli che chiudono l’unica uscita donde si scende ad una solitaria ripa del Tevere, del quale si vede gran parte.
 
 CLELIA sola
 
 CLELIA
 Ma Larissa che fa? La sua tardanza
 m'incomincia a turbar. Sa pur che il padre
 contro i Romani a torto
680arde di sdegno e che mercé la rea
 calunnia di Tarquinio
 noi crede i primi assalitori. A trarre
 il re d'errore, a lui condurmi e meco
 promise pur d'affaticarsi; or come
685mi abbandona così! Sovrastan forse
 per me nuovi disastri o nuovi inganni?
 Ah non so figurarmi altro che affanni.
 
    Tanto esposta alle sventure,
 tanto al ciel mi veggo in ira
690che ogni zeffiro che spira
 parmi un turbine crudel.
 
    Segna timido e inconstante
 orme incerte e mal sicure,
 né ritrova il piè tremante
695un sentier che sia fedel.
 
 Eccola alfin... No; m'ingannai; di Mannio
 è il consueto messo; e un foglio ha seco. (Esce un guerrier toscano)
 Oimè! T'affretta, amico; ah qui osservarti
 potrebbe alcun; porgimi il foglio e parti. (Le dà un foglio e parte)
700Che mai sarà? Ma questi
 i noti a me di Mannio
 caratteri non son. Tarquinio! Intendo
 l'avventura qual sia:
 Mannio il foglio ha intercetto e a me l'invia.
705Leggiam. «Giàcché di Roma
 la sperata sorpresa
 il ciel non secondò, di Clelia io voglio
 assicurarmi almen. Le tue, mio fido,
 parti saran raccorre
710armi e destrieri e attendermi celato
 del Gianicolo a tergo; ed il rapirla
 saran le mie. Pria che tramonti il sole
 a te con lei verrò. Dal labbro mio
 ivi saprai dove condurla. Addio.
715Tarquinio». Oh fausti numi!
 Oh Mannio amico! Oh me felice! Alfine
 ecco trionfa il vero, ecco l'indarno
 bramata tanto indubitata prova
 della perfidia altrui. Qui di sua mano
720il traditor s'accusa; il re deluso
 con rimorso vedrà di chi finora
 fu protettor, di chi nemico; e in faccia
 al mondo intier la fedeltà di Roma
 più dubbia non sarà. Questo è un contento
725che mi toglie a me stessa. Al re si voli,
 si prevenga l'insidia; ah già vorrei
 che scoperta ogni frode... (Mentre vuole entrare frettolosa alla sinistra, vede Tarquinio da lontano) Eterni dei!
 Quei che da lungi io miro ed ha sì folto
 armato stuolo appresso
730non è Tarquinio? Ah che purtroppo è desso.
 Già l'enorme attentato
 l'empio a compir s'affretta. Ah non credei
 il rischio sì vicin. Fuggasi... E donde?
 A destra alcuna uscita
735non ha il reale albergo;
 a sinistra ho Tarquinio; ho il fiume a tergo.
 Ah se quindi alla ripa
 fosse aperto il cammin, per l'arenoso
 margine solitario inosservata
740dileguarmi potrei. Tentiam quei chiusi
 cancelli disserrar. (Apre il cancello) Respiro. Aperto
 or che un varco è alla fuga... Oimè! D'armati
 quinci e quindi occupate
 son da lungi le ripe. I suoi seguaci
745questi saranno. Or son perduta. Aita,
 consiglio o numi. Ah presso
 è già Tarquinio; ove m'ascondo? Un ferro
 chi per pietà mi porge?
 Chi per pietà... (Pensa) Ma sino al Tebro è pure
750libero il passo. Ardisci o Clelia. A terra
 vada ogni impaccio (Getta il manto) e il fiume
 si varchi o si perisca. Almen d'onore
 memorabile esempio
 sarai preda dell'onde e non d'un empio. (Corre e s’arresta al cancello)
755Grazie o dei protettori, inaspettato
 ecco un destriero. Accetto
 e l'augurio e l'aita;
 è sicuro il tragitto; il ciel m'invita. (Scende al fiume per il cancello)